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Archive for luglio 2011

“Di ritorno dal Cairo, Flaubert scrisse a un amico: “Ho acquisito la certezza che le cose previste accadono di rado”. Nelle città del Mediterraneo è spesso così. Non trovi mai davvero quello che eri venuto a cercare. Forse perché questo mare, i porti che ha generato, le isole che culla, le linee e le forme delle sue rive rendono la verità inseparabile dalla felicità. L’ebbrezza stessa della luce non fa che esaltare lo spirito di contemplazione.
L’ho scoperto a casa mia, a Marsiglia. Vicino alla baia des Singes, ben oltre il porticciolo di Les Goudes, all’estremità orientale della città. Ore e ore a guardar passare nello stretto di Les Croisettes le barche di ritorno dalla pesca. E’ qui, e in nessun altro posto, che queste mi sembrano, mi sembreranno sempre le più belle. Ore ed ore ad attendere quel momento, più magico di qualsiasi altro, in cui un cargo entrerà nella luce del sole al tramonto sul mare e vi scomparirà per una frazione di secondo. Il tempo di credere che tutto è possibile.”

“Aglio, menta e basilico. Marsiglia, il noir e il Mediterraneo” di Jean-Claude Izzo

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Avete voglia di un tuffo in un mare color acquamarina, coi pesciolini intorno a farvi da ciceroni, e una spiaggia di ciottoli bianchi con qualche sparuta  sdraio e un’ atmosfera anni ’60?

Se siete per questo genere di pausa lenta e un po’ amarcord, fa per voi la spiaggia della Padulella, a Portoferraio sull’Isola d’Elba.

L’elemento plus che fa di questo luogo una vera chicca per intenditori è il pesce grigliato freschissimo che si mangia a due passi dalla battigia. Usciti dall’acqua vi aspetta una manciata di tavolini all’ombra di indolenziti pini marittimi, col pesce cucinato al momento.

Buon bagno e buon appetito!

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…dolcemente viaggiare
rallentare per poi accelerare
con un ritmo fluente di vita nel cuore
gentilmente senza strappi al motore.
E tornare a viaggiare
e di notte con i fari illuminare
chiaramente la strada per saper dove andare…

Lucio Battisti, da “Sì viaggiare”.

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Che strana e curiosa espressione. Persino paradossale.

Potrebbero mai le partenze essere “stupide”? No, a meno di considerarle “non calcolate”, cioè comprensive di code, ingorghi, caldo, caos.

Eppure certi fotogrammi di autostrade anni ’60 con le automobili in placida e lenta fila coi finestrini aperti e i tettucci debordanti sono ormai entrati nel nostro immaginario collettivo. Erano forse tanto “stupide” quelle partenze, o solo più lunghe e coincidenti con le chiusure quasi totali delle grandi città?

Oggi il tempo si è accorciato in tutto, anche per le vacanze, i finestrini si sono chiusi per i condizionatori interni, i tettucci sono ormai sgombri per i bagagliai monolocali, e noi tutti siamo più poveri. Di tutto, anche di quella sana e allegra “stupidità”.

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Mangiando il piatto “Calamari due minuti in stile bagnino siciliano” mi sento sempre trasportata su una spiaggia battuta dal vento in Sicilia“.

Ruth Reichl, critico gastronomico del “New York Times”.

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All’Arena del Mare a  Genova, nel Porto Antico, torna il tributo alle regine della musica nell’ambito del Festival “Just like a woman”, titolo preso da una famosa canzone di Bob Dylan.

Questa sera, 26 luglio, si esibisce Marianne Faithfull, un’icona della storia del rock, protagonista della swinging London. Dalla voce tremula del debutto al timbro struggente degli ultimi tempi, la cantautrice si riconferma ancor oggi inimitabile, soprattutto per la forte carica emotiva che trasmette a chi ascolta le sue canzoni. Lo dimostra il suo ultimo album, uscito a febbraio, “Horses And High Heels”.

Curioso il filo rosso che ci riporta a Amy Winehouse. La Faithfull nel passato ha fatto uso di droghe, raccontando poi la sua uscita dal tunnel, il suo “Rehab”, quello rifiutato da Amy. Gli antichi dicevano “nomen omen”, nel nome il destino. Forse Marianne, “piena di fede” ha visto più chiaramente di Amy,” una casa troppo liquida e alcolica” per cognome, la possibilità di un cambiamento. Avendone la forza.

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Giovani che se ne vanno. Troppo giovani.

Lei mentre si perde nel suo personale “black”. Loro mentre si riposano sul pubblico “green”. Entrambi senza difese.

Lei “scegliendo” il suo cammino di vita, ma sul finale, triste, senza esserne più cosciente. Purtroppo. Loro “scegliendo” il loro cammino di vacanza, ma con un finale, triste, in piena coscienza. Purtroppo.

Lei sempre più “isolata”, senza boe a cui appoggiarsi. Loro appoggiati su un’isola, per boe i loro pensieri.

Entrambi in “vacanza”. Lei in vacanza perenne dalla vita. Loro in vacanza per un tratto di vita.

E poi, come spesso accade, luogo e momento sbagliati. Lei in preda al suo essere troppo sola. Loro in preda ad un folle troppo solo.

Voci che si spengono. Lei che uccide il suo divino usignolo. Loro uccisi mentre stanno imparando divinamente a volare. Come tutti i giovani.                                                                                                                                                                             

Troppo giovani per andarsene. Per andarsene senza senso. Amy di Londra e i ragazzi di Oslo.

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E’ tornata al nero una delle voci soul più belle e inconfondibili degli ultimi tempi.

Amy Winehouse è stata trovata morta nel suo appartamento di Londra per una probabile overdose. Se ne va a soli 27 anni, come Jimi Hendrix, Jim Morrison, Kurt Cobain, Janis Joplin, anche lei genio e sregolatezza, grande talento e vita spericolata tra alcool e droghe.

Profetico e da brivido risentire ora le parole di “Rehab”: “non voglio bere mai più / ho solo bisogno di un amico / hanno provato a farmi andare in riabilitazione / ma io ho detto “no no no”.”

Triste pensare che un talento tanto speciale si sia spento così presto e in solitudine.

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Weekend gaberiano, il 23 e 24 luglio, a Viareggio con la settima edizione del “Festival Teatro Canzone Giorgio Gaber”, edizione che coincide col quarantesimo anniversario del debutto de “Il Signor G”.

Diversi gli artisti a ricordarlo attraverso interpretazioni dei suoi testi. Tra questi, PFM, Enrico Ruggeri,Daniele Silvestri, Cristiano De André, Ornella Vanoni, Marco Mengoni.

Un modo per riflettere sui suoi testi all’apparenza solo surreali, di questi tempi molto reali: “E pensare che c’era il pensiero / che riempiva nostro malgrado le teste un po’ vuote. / Ora inerti e assopiti aspettiamo un qualsiasi futuro / con quel tenero e vago sapore di cose oramai perdute”.

Ecco perché , non so voi, ma io “quasi quasi mi faccio uno shampoo”.

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La vacanza

VACANZA: dal latino “vacare“, “mancare”, “essere vuoti”. Quindi la “vacanza” è propriamente il luogo del vuoto rispetto a ciò che è il nostro quotidiano, cioè il nostro pieno. Fare il vuoto dentro per poter fare nuovo spazio. Col tempo che dimentica il suo ruolo. E noi che sorridiamo perché le lancette hanno perso la loro corsa. L’ “Elogio del riposo”, come scrisse Paul Morand.


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