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Posts Tagged ‘basilico’

Patate e fagiolini fanno da tappezzeria.

Le trofie sono le reginette della festa.

Ma è solo lui che può creare la giusta atmosfera.

Odoroso, gustoso, godurioso. Il pesto.

Assaporandolo senti quanto il sole abbia baciato quelle foglie di basilico che adesso fanno titillare il tuo palato.

Anche quello interiore.

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“Di ritorno dal Cairo, Flaubert scrisse a un amico: “Ho acquisito la certezza che le cose previste accadono di rado”. Nelle città del Mediterraneo è spesso così. Non trovi mai davvero quello che eri venuto a cercare. Forse perché questo mare, i porti che ha generato, le isole che culla, le linee e le forme delle sue rive rendono la verità inseparabile dalla felicità. L’ebbrezza stessa della luce non fa che esaltare lo spirito di contemplazione.
L’ho scoperto a casa mia, a Marsiglia. Vicino alla baia des Singes, ben oltre il porticciolo di Les Goudes, all’estremità orientale della città. Ore e ore a guardar passare nello stretto di Les Croisettes le barche di ritorno dalla pesca. E’ qui, e in nessun altro posto, che queste mi sembrano, mi sembreranno sempre le più belle. Ore ed ore ad attendere quel momento, più magico di qualsiasi altro, in cui un cargo entrerà nella luce del sole al tramonto sul mare e vi scomparirà per una frazione di secondo. Il tempo di credere che tutto è possibile.”

“Aglio, menta e basilico. Marsiglia, il noir e il Mediterraneo” di Jean-Claude Izzo

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“Quell’anno il mare fu solo per le alghe e il catrame. Sandra arrivò a Montecarlo in una notte di pioggia molle e grigia.
Allo Splendid dissero che la sua stanza sarebbe stata pronta da lì a una settimana. C’era stato un contrattempo e l’albergo era in mano a comitive di giapponesi che, per una catena di scioperi aerei, si erano presentati il lunedì successivo a quello previsto.
Sandra aveva viaggiato male, con un’auto che andava a strappi, forse l’impianto elettrico, forse la frizione, senza che sull’autostrada, a nessun distributore, qualcuno fosse stato in grado di rassicurarla.
Era stanca, gli occhi le bruciavano; forse aveva fame o forse aveva solo voglia di fare un bagno caldo con un bicchiere di whisky in mano.”

“La guerra del basilico” di Nico Orengo

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Alloro, origano, basilico, rosmarino, timo, salvia, maggiorana…
In fila sui davanzali ad aromatizzare i nostri sguardi e a solleticare le nostre pareti interne, suscitandoci ricordi, cibi, piaceri. Ognuno di noi ha il suo preferito. Col rosmarino siamo improvvisamente su una roccia di mare ad aspirarne la “rugiada”. Alla vista del timo la macchia mediterranea appare in tutta la sua odorosità, come ci ricorda il suo nome, “profumo” appunto. La vellutata foglia verde pallido della salvia ci fa presente la cura buona che ha di noi, rendendoci “salvi”. L’alloro per un momento ci fa sentire, mentre cuciniamo l’arrosto, un po’ poeti e trionfatori. La timida maggiorana si manifesta delicata coi suoi fiori rosa e l’odore caratteristico. Con l’origano è sufficiente un lieve strofinìo delle dita sulle sue foglioline e la madeleine di Proust fa il suo ingresso travestita da pizza napoletana.
Ma è il basilico in questa stagione a regnare “sovrano” (nomen omen…) con il verde prepotente e turgido delle sue foglie a ricordarci che è estate, che su una caprese lui “regna” felice e nel mortaio con un po’ d’olio e una manciata di pinoli fa gran festa. Ed è subito pesto.

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