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“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”

Articolo 1 della Costituzione Italiana

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Paolo Portoghesi fotografato da Giovanna Massorbio

Paolo Portoghesi amava Roma, il Barocco, Borromini, l’Oriente, la composizione, la natura. E la bellezza tout court. 

È sufficiente ricordare una sua opera, “Casa Papanice” nella Capitale, a cui lavorò con l’ingegnere Vittorio Gigliotti, oggi sede dell’Ambasciata della Giordania, ma già dimora cinematografica per “Dramma della gelosia” e altri film. Una costruzione su tre livelli basata sull’uso della linea curva, a testimonianza del suo amore per il Barocco romano.

La sua più alta lezione è stata quella di “Abitare poeticamente la terra”, come recita il titolo di uno dei suoi ultimi libri.

Casa Papanice, interni

Tina Turner, la regina del rock and roll. “Simply the best” come recitava un suo successo.

Carisma, forza, determinazione. Sempre, e nonostante tutto.

Difficile pensare che tutta quell’energia non sia più. Almeno umanamente intesa.

Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande.
Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno.
In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere.”

Così parlò Giovanni Falcone.

Anticipando ed esplicitando i motivi dell’attentato mafioso di Capaci, 23 maggio 1992, in cui perse la vita lui insieme alla moglie Francesca Morvillo e ai tre agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Per fortuna il “Salone del Libro di Torino”, oltre a code, caos, disservizi, liti, polemiche, ha per protagonista assoluto, quasi feticcio, il libro.

Così che, pur in mezzo a tanto bailamme, appena apri le pagine di un libro a cui ti sei avvicinato per curiosità, meraviglia, riconoscimento, interesse, subito sei Altrove. Proprio come Alice. E sei già oltre lo Specchio:

Oh, pensa a come sarebbe bello se potessimo passare attraverso lo specchio! Sono sicura che ci sono delle cose bellissime là dentro! Facciamo che ci sia un modo per passarci attraverso, facciamo che sia diventato tutto come un leggero velo di nebbia… ma guarda… si trasforma! Sarà facile passare adesso!“.

L’Emilia Romagna straziata.

Pezzi di strada sparsi come tessere di un puzzle. Infrastrutture interrotte. Versanti di colline in frana rovinosa sulla pianura. Un paesaggio geograficamente mutato. E purtroppo anche umanamente, con diverse vittime.

Piogge violente e persistenti su un terreno fragile, franoso, stanco. Immagini impressionanti. Con la parola “emergenza” che sta diventando sistemica.

Il cambiamento climatico è palesemente in atto, nonostante ci sia ancora chi minimizza. In modo miope e superficiale.

Ps: ma davvero il Ponte sullo Stretto di Messina è una priorità per il nostro Paese?

Per manifesto del 76° Festival di Cannes una bellissima fotografia del 1968 in bianco e nero di Jack Garofalo, a immortalare sulla spiaggia di Pampelonne una splendida Catherine Deneuve, immagine simbolo della libertà immaginifica che ci regala il cinema.

Dal 16 maggio dieci giorni di pellicole sulla Croisette, con maestri della settima arte quali Wim Wenders e Ken Loach. Nonché tre film italiani: “Rapito” di Marco Bellocchio, “Il sol dell’avvenire” di Nanni Moretti e “La chimera” di Alice Rohrwacher.

E di storie abbiamo necessità perché, come diceva Ingmar Bergman, “Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima.”

Dichiarazioni

Pochi giorni fa l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi ha ringraziato il governo di Al Sisi: «L’Egitto ci ha aiutato rinunciando ai suoi carichi quest’estate per mandarli in Italia per riempire gli stoccaggi. Questi sono Paesi a cui se dai, ricevi».

A tali parole i genitori di Giulio Regeni, Paola e Claudio, hanno così ribattuto: “Questa gratuita e ingiustificabile dichiarazione di Descalzi ci ha lasciati attoniti. Che cosa voleva dire effettivamente con “questi sono Paesi a cui se dai ricevi”? A quali Paesi si riferisce, alle dittature? E cosa dai e cosa ricevi? L’amministratore delegato di Eni certamente riceve e può esultare per la sua ininterrotta e inossidabile amicizia col dittatore Al Sisi. Ma cosa abbiamo ceduto, a cosa abbiamo rinunciato noi tutti in cambio di questa loro amicizia?».

Ps: va ricordato che il Paese da cui l’Italia «riceve» non ha però mai fornito gli indirizzi dei quattro funzionari della National Security egiziana accusati di aver sequestrato, torturato e ucciso il ricercatore Giulio Regeni.

God save the King.

Incoronazione avvenuta, il 6 maggio 2023, per Re Carlo III. Insieme alla sua Camilla, oggi Regina.

Pensando a come era cominciata, sembrava impensabile tale conclusione. E invece è accaduto. Quell’amore giovanile ha resistito a ragioni coniugali e di Palazzo, convincendo della sua forza anche la regina Elisabetta II.

La cerimonia ha comunque decretato il nuovo Re. Con qualche ombra (economica e filiale) e una luce che ancora oggi, seppur più fievole, riflette su quell’istituzione antica ma tuttora affascinante che è la monarchia britannica. Una ditta, the firm come la chiamava il principe Filippo. Unitamente ad attivi e passivi con cui fare i conti. O meglio, i reali.

Dopo 33 anni all’ombra del Vesuvio torna lo scudetto, il terzo per il Napoli e per Napoli.

Un’impresa quasi epica da parte di un gruppo eterogeneo e coeso, caparbiamente voluto dal Presidente De Laurentiis e guidato da un mago coi piedi per terra, Mister Spalletti. Certaldese doc, come il suo predecessore più famoso, Giovanni Boccaccio. E come lui con un felice tempo napoletano. Risposta pronta, a volte mordace, visione chiara, a volte predittiva.

E poi la squadra. Questo Napoli è un mondo in miniatura: giocatori da ogni parte del globo che, invece di atteggiarsi a solite primedonne, mettono in campo il senso compiuto del mediano di Ligabue, “A coprire certe zone / A giocare generosi“.

Si meritano la vittoria. Col beneplacito del loro (ma anche nostro) beniamino Maradona. E il gotha dei napoletani appartenenti a tutti noi, da Edoardo De Filippo, a Totò, da Massimo Troisi a Pino Daniele.