Che strana e curiosa espressione. Persino paradossale.
Potrebbero mai le partenze essere “stupide”? No, a meno di considerarle “non calcolate”, cioè comprensive di code, ingorghi, caldo, caos.
Eppure certi fotogrammi di autostrade anni ’60 con le automobili in placida e lenta fila coi finestrini aperti e i tettucci debordanti sono ormai entrati nel nostro immaginario collettivo. Erano forse tanto “stupide” quelle partenze, o solo più lunghe e coincidenti con le chiusure quasi totali delle grandi città?
Oggi il tempo si è accorciato in tutto, anche per le vacanze, i finestrini si sono chiusi per i condizionatori interni, i tettucci sono ormai sgombri per i bagagliai monolocali, e noi tutti siamo più poveri. Di tutto, anche di quella sana e allegra “stupidità”.