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Posts Tagged ‘vacanza’

Buona pausa

La “pausa”, dal greco paûsis “rallento, mi fermo”, contempla in sé una sosta da quanto solitamente si fa. Seppur breve, è necessaria.

Quindi, buona pausa. Ovunque sia.

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Josep Moncada, “Donne in acqua”

Il “buon naufragio” prevede per l’umano, dopo l’esperienza letargica dello spiaggiare, l’ingresso dinamico e grato nell’acqua salsa.

Esperienza ogni volta unica perché mitica e rigenerante. Di risalita alle origini del Tutto. Scendendo verso i pesci che siamo stati.

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“Il naufragio” di Moses Levy (Tunisi, 1885 – Viareggio, 1968)

Di solito si spiaggia, come una balena, arrivando dal mare. E per la creatura marina non è buona cosa, essendo l’onda che ha dietro sè il proprio elemento naturale.

C’è poi un altro spiaggiare. L’arrivo umano da terra verso l’ultima lingua di suolo antistante l’elemento acqueo salino. Lasciandosi alle proprie spalle, per una manciata di giorni, le onde quotidiane e straordinarie delle private e pubbliche tempeste di terra.

Si tratta del buon naufragio.

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Il mio desiderio numero 3 è relativo al viaggio. Sì lo so, le barriere interregionali sono cadute, l’autocertificazione è oggetto (speriamo) da archiviare, il motore si può scaldare.

Già. Ma i limiti geografici restano, perché non tutto è aperto, non tutti ci vogliono. Pensiamo solo ad alcuni Paesi europei che ci ghettizzano quali nuovi untori, o ad alcune realtà italiane che vorrebbero, insieme alla nostra valigia (e soldo) anche il risultato (transeunte) del test sierologico (sob).

E così il limite spaziale diventa mentale. Perché anche continuando il proprio privato e personale lockdown, vuoi per anemia di risorse o per surplus di lavoro o per sopravvenuta depressione interiore, l’idea di essere sempre liberi di prendere la porta di casa e abbandonarla per un po’ per qualsivoglia latitudine, quell’idea ci fa sentire in vacanza, cioè in sottrazione del quotidiano tempo. Con la testa nell’altrove, autentico inizio di ogni viaggio.

Leggeri, con le parole di Battisti nel cuore:

Sì, viaggiare
Evitando le buche più dure
Senza per questo cadere nelle tue paure
Gentilmente senza fumo con amore
Dolcemente viaggiare
Rallentando per poi accelerare
Con un ritmo fluente di vita nel cuore
Gentilmente senza strappi al motore
E tornare a viaggiare
E di notte con i fari illuminare
Chiaramente la strada per saper dove andare
Con coraggio gentilmente, gentilmente, genti…
Dolcemente viaggiare Sì, viaggiare“.

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Perché questa canzone piace tanto, diventando il tormentone musicale dell’estate 2017?

Il ritmo è accattivante, ma sono i giochi di parole il marchio vincente di fabbrica Gabbani.

L’enigmistica è già nel titolo col cambio di vocale, granite/granate, ovvero il nostro liquido tempo che inghiotte tutto in un informe blob.

E la citazione dantesca del “Lasciate ogni speranza voi ch’entrate”, dopo aver detto che siamo “In fuga dall’Inferno”, è strepitosa.

Nel ritornello poi il gioco continua tra la stagione “estate” e l’interrogativo/imperativo “state”.

Questa è “Antologia della vacanza intelligente”, in cui “non partiamo mai, ci allontaniamo solo un po’ ” ,”non andiamo mai oltre le nostre suole”.

Il succo della vacanza nel pensiero “gabbano”? “Dietro le spalle, un morso di felicità / Davanti il tuo ritorno alla normalità”.

Allegro, sincero. Ma si respira aria di fine impero.

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La scelta di Papa Francesco di rinunciare alla tenuta di Castel Gandolfo quale luogo di residenza papale estiva, alias di vacanza, è un po’ più di una notizia. Non essendo mai accaduto prima, è di portata storica.

E pur già abituati alle “prime” volte di Francesco (residenza in Santa Marta, desco condiviso, utilitaria pro berlina), la scelta è spiazzante per la simbologia che ne consegue.

Il Papa non ha necessità di residenza estiva perché non fa vacanza. O meglio non ci va. Perché, mentre noi mortali abbiamo urgenza di “mancare”-vacare sottraendoci sometimes all’obbligo del quotidiano e del dovere, il Pontefice è di continuo nel ruolo assegnatogli dall’Alto. Egli non può essere in vacanza, perché non può “mancare” agli uomini in nessun momento.

Notevole lezione. Persino più etica che teologica. Con buona pace del Pope di Sorrentino.

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"Un biondo mare silente" - Photo by Ester Maero

“Un biondo mare silente” – Photo by Ester Maero

Un altro regalo dalla natura, inaspettato. Una vacanza del cuore, grato.

Mentre guido in una via periferica di Torino volgo lo sguardo a destra e penso di sognare.

Un pezzo d’Ogliastra a pochi metri da me. Un numero esteso e disteso di pecore intente nel loro lavoro. Placide, serafiche e, come ci insegna Leopardi, felici.

Capaci di rendere felice, come Leopardi non crederebbe, anche me.

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Jacques Henri Lartigue, "Fuborg" - 1929

Jacques Henri Lartigue, “Fuborg” – 1929

Stamane vado a scuola e, ancora una volta, torno a casa con la lezione del giorno.

Nel senso che ho ripassato un tema che nella corsa quotidiana rischiamo di perdere dalla vista del cuore.

Un mio studente quindicenne, ma con un tempo interno alquanto sviluppato, dopo aver sostenuto la mia interrogazione torna al proprio banco e mentre io sono già al successivo interrogato, tra sé e sé sorride, ma di un sorriso che odora felicità allo stato brado. E io che tutto quanto è “obliquo” annuso, entro in punta di piedi nella sua “bolla” per chiedergliene conto. Perché se, come dice il Poeta Trilussa, “la felicità è una piccola cosa“, sfiorarla è però raro.

E la sua risposta, nella meravigliosa apertura di chi sale la propria “collina”, è stata semplice e profondissima: “Prof, da adesso sono in vacanza!“, con un altro sorriso a proseguire quanto i suoi occhi stavano già intravedendo. Pregustandone la felicità. Quasi ape “su un bottone di rosa“…

Grazie, Faber.

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capri1

Quest’anno il mio amatissimo scoglietto non mi avrà sua.

Come accade, sometimes, con un amante speciale.

L’assenza temporanea è categoria che ristabilisce l’importanza degli addendi.

Facendo cambiare, a volte, anche la somma.

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michelle

Compiere 50 anni è un evento epocale della vita di ciascuno.

E ognuno a suo modo lo festeggia.

Al di là dell’Oceano la moglie del Presidente Obama, Michelle, per il suo cinquantesimo genetliaco ha pensato di far le cose in grande.

Così in grande che il suo regalo/vacanza alle Hawaii costerà ai contribuenti americani 60.000 dollari suppletivi, avendo la First Lady deciso di proseguire il soggiorno hawaiano di una settimana rispetto al previsto.

Caduta di stile? Chissà. Di soldi pubblici sicuramente.

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