Piazze senza presenza umana alcuna.
Unico suono quello liquido delle fontane.
Quasi non luoghi. O luoghi metafisici.
Posted in Pausa, tagged Baudelaire, città, flânerie, parigi, passeggiata, primavera, tempo on 23 marzo 2012| 2 Comments »
Ho voglia di ‘flânerie’.
Sarà la primavera che si sta insinuando sonnacchiosa sotto pelle cantando leggere melodie al cuore, con quell’aria dolce che a breve sarà già prepotente e troppo calda. Sarà che abbiamo voglia, in tanta pesantezza dell’esistere, di lasciarci andare senza meta quasi gonfi di elio come colorati palloncini. Sarà che ogni tanto è salutare non avere le idee tanto precise su cosa si sta facendo.
Sarà non lo so cosa, ma ho voglia di ‘flânerie’. Semplice, svagata, antica. Quella “passeggiata” inventata da Baudelaire, quella del gentiluomo che vaga per le vie della città, diventando così un ‘flâneur’, cioè uno consapevole del suo comportamento pigro e privo di urgenza, uno che, usando le parole del poeta, “porta al guinzaglio delle tartarughe lungo le vie di Parigi“. E che osserva, estatico ed estetico il mondo, piegandolo, infine e finalmente, al suo tempo.
Sì. Ho propria voglia di ‘flânerie’.
Posted in Riflessione, tagged autostrade, città, intelligenti, partenze, stupide on 28 luglio 2011| 2 Comments »
Che strana e curiosa espressione. Persino paradossale.
Potrebbero mai le partenze essere “stupide”? No, a meno di considerarle “non calcolate”, cioè comprensive di code, ingorghi, caldo, caos.
Eppure certi fotogrammi di autostrade anni ’60 con le automobili in placida e lenta fila coi finestrini aperti e i tettucci debordanti sono ormai entrati nel nostro immaginario collettivo. Erano forse tanto “stupide” quelle partenze, o solo più lunghe e coincidenti con le chiusure quasi totali delle grandi città?
Oggi il tempo si è accorciato in tutto, anche per le vacanze, i finestrini si sono chiusi per i condizionatori interni, i tettucci sono ormai sgombri per i bagagliai monolocali, e noi tutti siamo più poveri. Di tutto, anche di quella sana e allegra “stupidità”.