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Posts Tagged ‘vento’

Fazzoletto di Elena Braghieri per Massimo Alba

Il mare senza fine steso al vento.

Un incongruente abbigliamento,

solo all’apparenza senza senso.

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Ci sono domeniche in cui l’idea del bucato prende il sopravvento su tutto.

Quell’antica idea di bucato, che sa di lenzuola al vento e odore di buono.

Con i panni stesi a dondolare su ogni altra idea.

E il profumo di Marsiglia a lavare con cura i nostri pensieri.

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BURAN: termine di origine russa, indica un vento di aria fredda, spesso molto forte, caratteristico delle steppe della pianura sarmatica, ad ovest degli Urali. Spesso è accompagnato da bufere di neve congelata durante la quale i fiocchi caduti a terra vengono sollevati di nuovo e, mescolandosi alla neve che cade, azzerano quasi la visibilità. Il buran raramente giunge fino a latitudini più basse, come in questi giorni in Italia, causando crolli termici consistenti e improvvisi. Temperature in caduta libera stanno infatti congelando l’intero “Stivale”, già imbiancato per l’abbondante neve degli ultimi giorni.

La radice indoeuropea originaria della parola buran è bhaur, che ha il significato di “ruggire, infuriarsi”, da cui derivano anche le parole italiane borea, il vento freddo di tramontana, bora, il vento impetuoso di nord-est che soprattutto in inverno sferza il golfo di Trieste, burrasca, la tempesta marina, buriana, il temporale breve e violento ma anche lo scoppio improvviso di rabbia.

Ma che freddo fa!

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“Racconto d’autunno”

“Racconto d’autunno” di Eric Rohmer (1998)

E’ un film che ti fa amare l’autunno. Prepotentemente.

Attraverso la bellezza sfolgorante di una vigna “spettinata”, la naturalezza antica di dialoghi abitati da silenzi, la danza morbida del destino tra istinto e saggezza dei protagonisti.

Nella valle del Rodano la viticultrice Magalì, vedova con due figli grandi, si trova al centro di una duplice e affettuosa macchinazione messa in atto dall’amica libraia Isabelle e da Rosine, la ragazza di suo figlio, che vogliono trovarle un marito.

È un Rohmer in stato di grazia, nel più solare dei suoi “Racconti delle quattro stagioni”. Il regista si sofferma con intensità sulla posa di un corpo, su un sorriso dello sguardo. E poi c’è la metafora dell’incontro amoroso, attraverso la raccolta e la fermentazione del vino.

I sapienti tagli sulla luce autunnale e i suoni in presa diretta per cogliere i rumori tra le viti colpiscono in modo diretto i sensi di chi guarda, così come la trama sapientemente intessuta tra caso e destino muove riflessioni sui fili che si intrecciano nelle relazioni.

E’ proprio un film che ti fa amare l’autunno. Con la forza del vento che spettina i capelli a Magalì.

Ps: Chi ha curiosità di quel vento, questa sera alle ore 23.30 su La7D.

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…e a me sembra che tu abbia vissuto la tua vita 
come una candela al vento 
che non sapeva mai a chi aggrapparsi 
quando cominciava a piovere.

Elton John, da “Candle in the wind”.

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Mangiando il piatto “Calamari due minuti in stile bagnino siciliano” mi sento sempre trasportata su una spiaggia battuta dal vento in Sicilia“.

Ruth Reichl, critico gastronomico del “New York Times”.

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