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Posts Tagged ‘27 gennaio’

La senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz e testimone della Shoah, in una lettera di questi giorni agli studenti ricorda a tutti noi il valore civico della memoria: “Un Paese che ignora il proprio ieri non può avere un domani. La Memoria è un bene prezioso e doveroso da coltivare. Sta a noi farlo. A che serve la memoria? A difendere la democrazia.”

Tenendo sempre presente il monito di Primo Levi che, nell’incipit de “I sommersi e i salvati”, affermava: “La memoria umana è uno strumento meraviglioso ma fallace“.

Già. Perché a volte, pur ricordando, edulcoriamo, omettiamo, giustifichiamo. Per nascondere colpe e soprusi. Per dimenticare la “zona grigia” dell’umanità. Cioè di ciascuno di noi.

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“Meditate che questo è stato.”

Primo Levi, da “Se questo è un uomo”

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"Monumento ad Auschwitz" di Marcello Mascherini (1958) - Risiera di San Sabba, Trieste

“Monumento ad Auschwitz” di Marcello Mascherini (1958) – Risiera di San Sabba, Trieste

Risiera di San Sabba a Trieste.

Unico forno crematorio italiano.

Vi furono eliminati migliaia di partigiani, antifascisti, ebrei.

Oggi la Risiera è un museo.

Per ricordare che è stato.

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Abbiamo un solo faro, la memoria.

Allora, che luce sia, anche se fioca.

Solo così, nella nebbia dei giorni, non ci perdiamo.

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giornata-memoria

«Ausmerzen ha un suono dolce e un’origine popolare.
È una parola di pastori, sa di terra, ne senti l’odore.
Ha un suono dolce ma significa qualcosa di duro, che va fatto a marzo.
Prima della transumanza, gli agnelli, le pecore che non reggono la marcia, vanno soppressi».

Da “Ausmerzen” di Marco Paolini.

Nel 1933 in Germania si iniziò ad organizzare e mettere in pratica, col programma Aktion T4, la sterilizzazione e l’eliminazione di persone affette da malattie ereditarie, perché non produttive per la società. Questo sterminio di massa è stato raccontato da Marco Paolini in Ausmerzen: “T4 sta per Tiergartenstraße numero 4, un indirizzo di Berlino. Durante Aktion T4 sono stati uccisi e passati per il camino circa trecentomila esseri umani classificati come “vite indegne di essere vissute”. Cominciarono a morire prima dei campi di concentramento, prima degli zingari, prima degli ebrei, prima degli omosessuali e degli antinazisti e continuarono a morire dopo, dopo la liberazione, dopo che il resto era finito”.

Per non dimenticare…

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