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Posts Tagged ‘campi di concentramento’

anita b.

Lascia Auschwitz fuori da questa casa“, è la raccomandazione che viene fatta ad Anita quando, uscita dal lager, viene accolta da parenti.

Ed è ciò che è accaduto allo stesso regista Roberto Faenza al momento della distribuzione del suo ultimo film, Anita B., ispirato al romanzo autobiografico Quanta stella c’è nel cielo di Edith Bruck. “Mi è bastato accennare al fatto che la protagonista del film fosse una giovane sopravvissuta di Auschwitz ed ecco che le porte delle sale cinematografiche si sono rinchiuse”, ha dichiarato il regista alla presentazione alla stampa della sua pellicola, aggiungendo: “Abbiamo trovato difficoltà ad uscire in sala. Non mi è mai accaduto di uscire con 15-20 copie: è offensivo verso il pubblico“.

Auschwitz tabù? Per Roberto Faenza l’Italia continua a restare “in un tranquillizzante oblio, una rimozione tale da impedirle di lavorare sulla memoria come dovrebbe, questo rispetto all’Olocausto ma anche ad altre stragi o fatti atroci. Colpevole a mio avviso è la televisione che è nemica della memoria.

Di fatto il film è il racconto di un ritorno alla vita, accompagnato dalla necessità-dovere di ricordare. Un film sulla memoria, quella traccia mnestica che ci permette poi di lasciare altre successive tracce. Come pensa tra sé e sé Anita nel finale: “Sono serena perché viaggio verso il passato con un solo bagaglio: il futuro“.

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giornata-memoria

«Ausmerzen ha un suono dolce e un’origine popolare.
È una parola di pastori, sa di terra, ne senti l’odore.
Ha un suono dolce ma significa qualcosa di duro, che va fatto a marzo.
Prima della transumanza, gli agnelli, le pecore che non reggono la marcia, vanno soppressi».

Da “Ausmerzen” di Marco Paolini.

Nel 1933 in Germania si iniziò ad organizzare e mettere in pratica, col programma Aktion T4, la sterilizzazione e l’eliminazione di persone affette da malattie ereditarie, perché non produttive per la società. Questo sterminio di massa è stato raccontato da Marco Paolini in Ausmerzen: “T4 sta per Tiergartenstraße numero 4, un indirizzo di Berlino. Durante Aktion T4 sono stati uccisi e passati per il camino circa trecentomila esseri umani classificati come “vite indegne di essere vissute”. Cominciarono a morire prima dei campi di concentramento, prima degli zingari, prima degli ebrei, prima degli omosessuali e degli antinazisti e continuarono a morire dopo, dopo la liberazione, dopo che il resto era finito”.

Per non dimenticare…

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