Ultimo giorno della mostra “Personal Best” del fotografo Elliott Erwitt a Venezia.
Una selezione alla Giudecca di 140 fotografie, per raccontare la carriera di questo maestro dell’arte fotografica.
Sguardo empatico e tagliente nei suoi scatti giornalistici, ma anche nei ritratti di tante celebrità, da Jacqueline Kennedy a Marilyn Monroe, da Che Guevara a Richard Nixon.
Ironia e complessità nelle sue immagini in bianco e nero. La vita a scorrere, nei suoi molteplici aspetti, di fronte al suo obiettivo.
L’altra mostra che chiude in giornata è “Madame Fischer” a Palazzo Grassi, una personale dell’artista Urs Fischer che lavora sugli oggetti della vita quotidiana, rivisitati in chiave inedita, per raccontare la liquidità del nostro tempo. Lasciando sempre ogni opera aperta all’interpretazione dello spettatore.
Io di arte ci capisco poco, ma se quella foto viene considerata tale, ne capirò ancora meno, sopratutto mi invoglierà a vedere cose simili.
Meglio un bel giro per Venezia, ieri era anche la parte finale della festa del Redentore!
Caro Sergio, la foto di Erwitt del bacio ti è sicuramente piaciuta… L’altra foto riprende invece un oggetto pensato da Fischer, e ti assicuro che i suoi oggetti sono molto particolari. Non trovi che il nostro tempo sia così veloce da rendere tutto “liquido”? Aspetto tue riflessioni…
Un abbraccio, Ester.
Le mie riflessioni possono essere deludenti, cara Ester, perchè non riesco a chiamarla arte, quella moderna, magari lo sarà in futuro, ma ora un croissant pendente proprio non lo trovo artistico.
So che le tue considerazioni vanno oltre, ma è proprio su questo terreno che io non riesco a seguirti, pur convenendo con te sullo scorrere veloce del tempo, tale da avvalorare la tua definizione di liquidità.
Mi è capitato l’anno scorso, visitando la nuova chiesa ideata da Piano a S.Giovanni Rotondo, che ora da un certo tipo di impressione, che sarà differente per chi la visiterà fra qualche secolo, perchè è il tempo trrascorso a rendere significativa un’opera d’arte, a renderla tale.
Oggi no, è una cosa, oppure un edificio bello e funzionale, come nel caso che ti ho citato.
Almeno io la vedo così, ma da profano di arte, ci tengo a precisarlo!
Ciao cara Ester e felice giornata anche a te!
Profano d’arte (forse) ma non di vita, caro Sergio… Amo le chiese molto antiche perché solo lì sento aria di sacralità. Sarà il fatto stesso che siano passate generazioni di uomini coi loro dolori, sogni, ringraziamenti in rapporto al Divino a rendermele tanto mistiche. In questo siamo sulla stessa sponda del fiume… Tornando al croissant anch’io non condivido del tutto, eppure il fatto che su quel cibo, deperibile, sia appoggiata una farfalla col suo battito rapido d’ali, mi lascia una riflessione sull’effimero e sulla bellezza.
A presto, Ester.