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Archive for 19 luglio 2012

Il 19 luglio 1992, dopo aver pranzato a Villagrazia con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, il giudice antimafia Paolo Borsellino si reca insieme alla sua scorta in via D’Amelio, dove viveva sua madre. Lì una Fiat 126 imbottita di 100 chili di esplosivo salta in aria uccidendo Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Agli inizi di quel tragico luglio, queste le parole del giudice in un’intervista a Lamberto Sposini: “La sensazione di essere un sopravvissuto e di trovarmi, come viene ritenuto, in estremo pericolo, è una sensazione che non si disgiunge dal fatto che io credo profondamente nel lavoro che faccio, so che è necessario che lo faccia, so che è necessario che lo facciano tanti altri assieme a me. E so che tutti noi abbiamo il dovere morale di continuarlo a fare senza lasciarci condizionare dalla sensazione che, o financo, vorrei dire, dalla certezza, che tutto questo può costarci caro. 

Tutto questo costò la vita a Paolo Borsellino e alla sua scorta. Lo sapeva, lo sapevano a cosa andavano incontro. Continuando a camminare in quella direzione, pur sapendo, ci hanno fatto sentire orgogliosi di essere concittadini di tali uomini giusti e coraggiosi. Ma purtroppo ci hanno anche fatto sentire orfani delle loro persone e di una profonda coscienza civile.

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