Feeds:
Articoli
Commenti

Posts Tagged ‘Marilyn Monroe’

Come tutti i miti ci sembra sempre presente.

Invece Norma Jean Baker, in arte Marilyn Monroe, se ne andava una notte di cinquant’anni fa, il 5 agosto 1962.

Eppure quel suo sguardo tra il languido e il melanconico continua ad occhieggiare. Da vera icona pop. Intramontabile ed immortale.

Diventando “la magnifica preda” dell’immaginario collettivo maschile. E per tutti una delle leggende del XX secolo.

Chissà cosa invece significò Marilyn per Norma Jean…

Pubblicità

Read Full Post »

Elliott Erwitt, “California” – 1955

Ultimo giorno della mostra “Personal Best” del fotografo Elliott Erwitt a Venezia.

Una selezione alla Giudecca di 140 fotografie, per raccontare la carriera di questo maestro dell’arte fotografica.

Sguardo empatico e tagliente nei suoi scatti giornalistici, ma anche nei ritratti di tante celebrità, da Jacqueline Kennedy a Marilyn Monroe, da Che Guevara a Richard Nixon.

Ironia e complessità nelle sue immagini in bianco e nero. La vita a scorrere, nei suoi molteplici aspetti, di fronte al suo obiettivo.

L’altra mostra che chiude in giornata è “Madame Fischer” a Palazzo Grassi, una personale dell’artista Urs Fischer che lavora sugli oggetti della vita quotidiana, rivisitati in chiave inedita, per raccontare la liquidità del nostro tempo. Lasciando sempre ogni opera aperta all’interpretazione dello spettatore.

Urs Fischer, “Fishing line, croissant and butterfly” – 2009

Read Full Post »

Ultimo giorno per una delle mostre celebrative i 25 anni dalla scomparsa di Andy Warhol, esponente di punta del movimento americano della Pop Art.

Questa mostra, “Andy Warhol. Dall’apparenza alla trascendenza”, è stata allestita al Centro Saint-Bénin di Aosta con un’ottantina di opere che ricostruiscono il percorso creativo dell’artista, dai personaggi-icona, quali Marilyn Monroe, Liza Minnelli, Mao Tse-Tung, Mick Jagger, agli oggetti seriali che lo hanno reso famoso, dagli Space Fruits alle Campbell’s Soup, dai Carton Box alle bottigliette di Coca-Cola, permettendoci un viaggio nella sua dirompente inventiva nonché una riflessione sulla comunicazione di massa.

Guardando le opere di Andy Warhol si sentono le parole che lo stesso artista aveva scritto su di sé: “Lo sguardo senza interesse, la grazia disfatta, il languore annoiato, il pallore sprecato… La maschera di gesso da folletto, lo sguardo un po’ slavo… L’ingenuità bambina, al chewing-gum, il fascino della disperazione, la trascuratezza narcisa, la perfetta diversità, l’inafferrabilità, l’ombrosa, voyeuristica aura vagamente sinistra… La pallida pelle d’albino. Incartapecorita. Rettile. Quasi blu… La mappa delle cicatrici, le labbra che tendono al grigio, gli arruffati capelli bianco-argenteo, soffici e metallici. Mi guardo allo specchio e dico: c’è tutto”.

Autoironia, timidezza, cinismo, vanità. Apparenza e trascendenza. E anche quella maschera di cui l’artista diceva: “A volte è così bello tornare a casa e togliersi il costume da Andy”.



Read Full Post »