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Posts Tagged ‘note’

Ogni termine per lei sembra minimo.

E allora siano le parole dette nel 1997 dal grande Faber, divenuto famoso grazie all’interpretazione da lei data de “La canzone di Marinella”, a renderle omaggio: “La voce di Mina è un miracolo. Credo che lei sia nata con la musica nel DNA, è come se avesse avuto una memoria prenatale della musica, e questo è il fenomeno tipico della genialità, sapere prima di conoscere. E te ne accorgi quando la senti cantare, perché tutte le sue evoluzioni vocali, le picchiate, i glissati, i grappoli di note in brevissimi intervalli di tempo, le svisature della melodia, sono assolutamente spontanee, come noi quando parliamo.”

Auguri Mina. E che la leggerezza delle tue “mille bolle blu” possano presto tornare a caratterizzare i passi di tutti noi.

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ezio-bosso-pianoforte

Il palco del Festival di Sanremo si è illuminato di una grazia rara.

Quella della musica talentuosa del pianista e direttore d’orchestra Ezio Bosso.

Il Maestro ha incantato attraverso le sue note, magiche e visive.

E ha commosso con le sue parole e il suo sguardo. Felice, nonostante.

Lezione preziosa. E leggera.

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edithpiaf

Edith Piaf, la voce di Parigi, si spegneva mezzo secolo fa, l’11 ottobre 1963.

Quel piaf, “passerotto” in parigino, dalle mille sfumature nella voce, con le note che richiamavano le atmosfere gioiose ma anche malinconiche di un’intera città, taceva per sempre.  Jean Cocteau, rendendole omaggio, disse: “Non ho mai conosciuto un essere umano così poco avaro della sua anima. Non la dispensava, la prodigava, ne buttava l’oro dalla finestra“.

All’umanità resta la celeberrima “Vie en Rose“, un inno alla vita dopo gli anni della guerra, canzone di cui fu autrice e magnifica interprete.

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Quanto ho ballato sulle note di Donna Summer.

Dalle feste di liceo ai balli in spiaggia, disco music in corpo, leggerezza euforica in testa. E il cuore che sentiva dentro l’estate. Anche col cielo pesante di nuvole. Passeggero temporale.

Era un riflesso condizionato che mi è rimasto tatuato addosso. Al suono di quelle canzoni continuo ad avere voglia di ballare. Con quell’estate a suggerirmi ancora, come allora, energia, eleganza, sensualità.

Facevamo a gara con mia sorella per ballarle al meglio e registrarle, risentendole all’infinito, ci sembrava il primo fondamentale passo di danza. Nostra mamma, che quella musica amava, ci sorprendeva con qualche nuova registrazione, la sua affettuosa attenzione alle nostre allegrie. E al ritmo di quella musica timbrata di vitalità nascevano i primi flirt con cui scoprivi in te stessa schegge di seduzione, minime ma necessarie alla costruzione di te. Con l’estate, sempre, a riempirci di quella stagione che allora serve per l’ancora, per quando il cielo si fa pesante di nuvole. Oltre il temporale.

Grazie Donna Estate per avermi fatto tanto ballare.


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