Il film di Jean-Pierre Jeunet, “Il favoloso mondo di Amélie”, torna sul grande schermo l’11 e il 12 maggio per festeggiare i vent’anni dal suo fortunato debutto.
Perché la storia magica e delicata di Amélie Poulain continua ad incantarci, tanto più in questo “reo tempo”?
Forse perché racconta un mondo colorato e aggraziato, in cui grigiore e storture vengono sistemati da questa giovane donna dalla frangetta corta corta che crede nei sogni e nei segni.
Forse perché giriamo per due ore in una Parigi da cartolina, salendo con leggerezza le scale infinite di Montmartre per poi ristorarci al “Café des 2 Moulins” in attesa di un café au lait servito proprio da Amélie. Che forse si trasformerà anche per noi in messaggera d’amore.
Forse perché vogliamo ricordare come perdersi in quei piccoli e umanissimi piaceri, quali immergere una mano in un sacco di legumi, spaccare la crosticina di una creme brulée con la punta del cucchiaino o far rimbalzare sassi sull’acqua del Canal Saint Martin.
Provando la sensazione, come Amélie, di essere in armonia col mondo. In un istante lungo e perfetto.