Una meteora luminosissima il compositore Ezio Bosso. Ora in viaggio per altri mondi.
Ma si fatica a credere e ad accettare che tutta la sua joie de vivre, incontenibile nonostante un contenitore fisico a vietarglielo sempre più, sia irrimediabilmente spenta. Insieme ad un talento musicale sublime e rigoroso, capace di condurre per mano tra le note chiunque, rendendolo felice. Come lui, a dispetto di un destino contro.
Anche se diceva che “il dolore è solo un elemento della nostra vita. Se lo accettiamo diventa costruttivo, se lo rifiutiamo ci paralizzerà. La quinta di Beethoven parte da un sentimento doloroso ma ci insegna che il destino che bussa alla porta si può modulare. Apre alla vita come un lieto fine di dieci minuti“. “Perché – aggiungeva – la missione è cercare sempre quella purezza che diventa trascendenza e trasfigurazione.”
Per la fine dell’isolamento anti-Covid aveva desideri minimi eppure immensi: sedersi alla luce del sole e abbracciare un albero.
Ancora una lezione lieve e luminosa, Maestro Bosso. Grazie.