“Nel sonno l’io a ritroso finge
di ritrovare il suo guerriero buono…
Il braccio teso con cui tentare passi
saltando ad arte gli infimi sassi.
La fiaba inventata per un mondo bello,
da giocare, l’un l’altro fratello.
Il sorriso malcelato con orgoglio
per me, volta a serbar tal quadrifoglio.
Nel reale sei invece desto chiaroscuro
a vegliar l’io in brama d’acqua tersa…
Per le tue fulgide visite di ora
(nell’allora), papà vere grazie”.
A papà Sergio, con gratitudine