Se ne andava in un giorno freddo di gennaio di dieci anni fa, e la “sua” città si fermò. Incredula, pur sapendo da tempo del suo stare.
Ma alcune persone, nel corso della loro vita, si trasformano in istituzioni. E così fu per l’Avvocato.
Con tutti i limiti di cui qualsiasi essere umano è portatore, fece di una città che era stata la prima capitale d’Italia la prima capitale dell’automobile. Che ci abbia guadagnato è indubbio, che il nonno fosse il vero precursore anche, ma creò posti di lavoro. E soprattutto prestigio nei confronti di un nome e di un modo di produrre. Il cosiddetto made in Italy gli deve molto, insieme a quel modo elegante e misurato nelle parole e nei gesti. La volgarità del nostro tempo del resto era ancora in incubazione.
Senza di lui la Fiat è diventata altro, andando sempre più altrove. Ora addirittura oltreoceano. Scordando la sua origine.
Sono passati dieci anni dalla sua scomparsa. Appaiono molti di più.
Cara Es, anche secondo me , nonostante tutte le pecche dell’Avvocato, si può rioconoscere in lui il fautore del progresso del nostro paese, in particolare del Sud Italia , con l’assunzione di molti nostri compaesani provenienti dalle lande assolate del meridione e con l’imput dato all’ economia della nostra Torino.
In dieci anni dalla sua scomparsa i fatti sono talmante cambiati,che, per forza di cose,inevitabilmente Agnelli è diventato un mito inimitabile. La sua amata Fiat sta tradendo ampiamente la sua fisionomia.
Io , fedele all’industria che fu, continuo ad essere fedele al marchio.
Ciao.
Che bell’omaggio gli hai fatto, come sempre con il garbo e la misura fai si che ognuno si senta portato a sottoscrivere le tue parole: brava Ester!
Ti abbraccio e ti auguro un sereno weekend, come sereno ora è il cielo qui!
Grazie, caro Sergio! Gratificante quando il lettore percepisce l’essenza della scrittura…
Un abbraccio a te, Ester.