“Dizionario affettivo della lingua italiana” – Fandango (2008)
Dapprima ti attira il cuore della copertina. Poi al secondo sguardo ti rendi conto che si tratta di un cuore di vocabolario, e lo associ per conseguenza immediata al titolo che solo a questo punto leggi, “Dizionario affettivo della lingua italiana”. E scopri che si tratta di un viaggio d’amore tra le parole, compiuto da chi maggiormente le frequenta, gli scrittori, da Camilleri a De Luca, da Avoledo a Serra, da Scarpa a Starnone, per citarne alcuni.
Libro da sfogliare o consultare, come ogni dizionario. Io, aprendo a caso, sono planata su “tuffo“: “Sembra piccola cosa e invece, se ben fatto, può procurare insolite, imprevedibili, straordinarie sensazioni e capovolgimenti“. A quel punto non mi sono più fermata, e ho cominciato a nuotare in un mare di parole, seguendo la scia di quelle da me già amate, amandole ancora di più, da “anima” (“apre nuove vie, pervade, esplora“) a “cura” (“parola di scoperte e di avventure intimissime“), da “invece” (“la meraviglia delle situazioni inaspettate“) a “nonostante” (“credo riassuma un po’ tutta la vita e tutto quello che facciamo“), da “silenzio” (“mi piace il silenzio della notte, quando basta la mia mano sul profilo del tuo corpo a darmi pace“) ad “orizzonte” (“era l’onda degli ulivi che si perdeva, verso nord-ovest, nel biancheggiare di piccoli paesi“).
Definizioni brevi e mai scontate della parola amata da ogni scrittore. Come quella di Gemma Gaetani che mi ha letteralmente folgorato con la sua scelta, “vocabolario“, perché non è una definizione linguistica ma una dichiarazione per il suo uomo, il cui nome di battesimo sta, come il suo, nel vocabolario. Non potendo vedere spesso il suo uomo (“io lo amo da lontano, senza mondo, senza niente“), il suo lemma “gemma” di notte scavalca tutte le altre parole e attraverso le pagine raggiunge il nome di quest’uomo (“per stringersi a lui in barba ad ogni impedimento“). Solo uno scrittore poteva inventarsi un simile stratagemma per incontrare chi ama anche quando non si può.
Anch’io ho uno stratagemma. Pensarmi punto cardinale sul quadrante di una bussola. Per incrociare un altro punto in qualsiasi angolo del mondo.
Parole dette, parole pronunciate,parole sussurrate, parole declamate…… paroel e paroel . la nostra vita è fatta di parole. Ma oggi si respira il degrado della parola. E’ giunto il momento di ritornare a curare seriamente lo studio del lessico , la comunicazione . Solo cosi’ cureremo anche la civiltà .