Vorrei una cassetta del mare.
Come quella dei colori. O degli attrezzi.
Per avere il mare a portata di mano e di occhio.
Tessere di acqua salata. Cangiante e trasparente.
Come lo smalto turchese in cui scendo per simularmi sardina.
Posted in Riflessione, tagged azzurro, colori, estate, immersione, mare, sardina, tuffo, turchese on 14 agosto 2016| 1 Comment »
Vorrei una cassetta del mare.
Come quella dei colori. O degli attrezzi.
Per avere il mare a portata di mano e di occhio.
Tessere di acqua salata. Cangiante e trasparente.
Come lo smalto turchese in cui scendo per simularmi sardina.
Posted in Pausa, tagged acqua, acquarelli, alla luce del sole, azzurro, Claudio Malacarne, estate, mare, tuffo on 12 agosto 2016| Leave a Comment »
Acqua in caduta libera.
Pennellate sui nostri pensieri.
Dilavati. Come acquarelli.
Posted in Riflessione, tagged acqua, bagno, caldo, dubbio, estate, mare, tuffo on 30 luglio 2014| 4 Comments »
Mi butto o non mi butto?
Dubbio amletico estivo.
Posted in Verso, tagged Esterina, Falsetto, gorgo, Montale, tuffo on 17 luglio 2011| 2 Comments »
“T’alzi e t’avanzi sul ponticello
esiguo, sopra il gorgo che stride:
il tuo profilo s’incide
contro uno sfondo di perla.
Esiti a sommo del tremulo asse,
poi ridi, e come spiccata da un vento
t’abbatti fra le braccia
del tuo divino amico che t’afferra.
Ti guardiamo noi, della razza
di chi rimane a terra.”
Eugenio Montale, da “Falsetto”.
Posted in Libro, tagged affettivo, bussola, dizionario, italiana, lingua, tuffo on 7 giugno 2011| 1 Comment »
“Dizionario affettivo della lingua italiana” – Fandango (2008)
Dapprima ti attira il cuore della copertina. Poi al secondo sguardo ti rendi conto che si tratta di un cuore di vocabolario, e lo associ per conseguenza immediata al titolo che solo a questo punto leggi, “Dizionario affettivo della lingua italiana”. E scopri che si tratta di un viaggio d’amore tra le parole, compiuto da chi maggiormente le frequenta, gli scrittori, da Camilleri a De Luca, da Avoledo a Serra, da Scarpa a Starnone, per citarne alcuni.
Libro da sfogliare o consultare, come ogni dizionario. Io, aprendo a caso, sono planata su “tuffo“: “Sembra piccola cosa e invece, se ben fatto, può procurare insolite, imprevedibili, straordinarie sensazioni e capovolgimenti“. A quel punto non mi sono più fermata, e ho cominciato a nuotare in un mare di parole, seguendo la scia di quelle da me già amate, amandole ancora di più, da “anima” (“apre nuove vie, pervade, esplora“) a “cura” (“parola di scoperte e di avventure intimissime“), da “invece” (“la meraviglia delle situazioni inaspettate“) a “nonostante” (“credo riassuma un po’ tutta la vita e tutto quello che facciamo“), da “silenzio” (“mi piace il silenzio della notte, quando basta la mia mano sul profilo del tuo corpo a darmi pace“) ad “orizzonte” (“era l’onda degli ulivi che si perdeva, verso nord-ovest, nel biancheggiare di piccoli paesi“).
Definizioni brevi e mai scontate della parola amata da ogni scrittore. Come quella di Gemma Gaetani che mi ha letteralmente folgorato con la sua scelta, “vocabolario“, perché non è una definizione linguistica ma una dichiarazione per il suo uomo, il cui nome di battesimo sta, come il suo, nel vocabolario. Non potendo vedere spesso il suo uomo (“io lo amo da lontano, senza mondo, senza niente“), il suo lemma “gemma” di notte scavalca tutte le altre parole e attraverso le pagine raggiunge il nome di quest’uomo (“per stringersi a lui in barba ad ogni impedimento“). Solo uno scrittore poteva inventarsi un simile stratagemma per incontrare chi ama anche quando non si può.
Anch’io ho uno stratagemma. Pensarmi punto cardinale sul quadrante di una bussola. Per incrociare un altro punto in qualsiasi angolo del mondo.