Sono trascorsi 70 anni, brevi e lunghissimi, da quell’orrore.
Che fu l’errore umano più disgraziato e folle.
Tragico monito a quanto l’umanità possa perdersi. Senza ritorno.
8 agosto 2015 di espress451
Sono trascorsi 70 anni, brevi e lunghissimi, da quell’orrore.
Che fu l’errore umano più disgraziato e folle.
Tragico monito a quanto l’umanità possa perdersi. Senza ritorno.
Olocausto nucleare.
Due maligni ordigni
su due città di un Giappone
ormai prostro e in via di resa
(purchè salvo il titolo all’imperatore).
Due maligni ordigni
in”corpore vili”
esplosi per vaglio della satanica
potenza in due non anastatiche
edizioni.
Due maligni ordigni,
d’urgenza esplosi in quelle
date per malcelate ragioni
di guerra fredda al sorgere.
Due maligni ordigni
dal soprannome bonaccione:
ragazzino e grassone.
Novantamila persone,
(le più amate dalla sorte)
annullate da un lampo accecante
e,oltre il doppio martoriate a morte
sempre più lentamente
fino al presente.
Due maligni ordigni
d’apocalisse che hanno
arso,coperto di fagedeniche
piaghe tanti civili,adulti
e piccini ma pochi e per caso
i soldati(forse solo dei feriti
o in licenza).
Si commenta da sé
l’emissione con contemporanea
precisione la cartolina
del PRIMO SGANCIO ATOMICO
AMERICANO SU HIROSHIMA.
Se per caso l’avessero spuntata
gli altri,gli americani a Norimberga
quanto ad efferatezza non avrebbero
sfigurato di sicuro.
L’efficenza dei loro unici
due forni crematori è stata
di gran lunga la maggiore
e più maligna.I nazisti
almeno infierivano ed uccidevano
faccia a faccia.
P.S:nel 54° anniversario del lancio di Bombe A che fecero oltre duecentomila morti,il Museo Atomico dell’Aereonautica Militare di Kirtland(USA) ha messo in vendita(anche su internet) due piccoli gadget a forma
di little boy e di fat man.Come si vede alla mancanza di buon gusto(evidente eufemismo )non c’è mai fondo.
Il giappone invece ha liberato su Hiroshima 1500 colombe.
Settant’anni che hanno lasciato il segno nella carne umana, indelebile , e che raccontano ancora oggi il lato negativo della scienza, non umana.
E a quanto pare siamo rimasti fermi a quel punto…
Fermi, eppure un po’ più a fondo.
A presto, Es.