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Posts Tagged ‘Giappone’

Il film non l’ho visto. Non ancora.

Ma ciò che mi ha incantato è stata la locandina. Minimale, poetica e bellissima.

Il trailer poi mi sembra un invito ghiotto ad un’immersione in una particolare bolla di sguardi condensati sul mondo. In un silenzio terso di cui sentiamo, da troppo tempo, la mancanza.

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La loro bellezza è evidente.

Colorano, in esplosioni di rosa, lo sguardo del viandante.

Accennando, nella loro delicatezza, ad un’effimera quintessenza.

Senza alcuna prepotenza.

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Statua della "donna conforto" - Seul, Ambasciata giapponese

Statua della “donna conforto” – Seul, Ambasciata giapponese

Prima e durante la Seconda Guerra Mondiale decine di migliaia di ragazze coreane, e non solo, venivano rapite e costrette a prostituirsi per le forze armate nipponiche. Erano chiamate “donne conforto”.

Solo ora il Giappone riconosce il danno arrecato a migliaia di ragazze. Ora che non più di una cinquantina di loro sono ancora vive, a raccontare di quegli orrori, dal rapimento agli stupri continui perpetrati dai soldati al fronte.

L’accordo tra i governi di Giappone e Corea del Sud ha però portata storica perché Tokyo ha annunciato lo stanziamento di un miliardo di yen per un fondo che garantisca il “maggior benessere possibile” alle sopravvissute.

Ma il ricordo a monito dei crimini contro l’umanità va preservato e tramandato nei passaggi di generazione. Per evitare strategiche perdite di memoria.

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mr.holmes

Film sulle occasioni perdute. E in parte ritrovate.

Uno Sherlock Holmes inaspettato, smemorato e apicoltore, interpretato magistralmente da Ian McKellen.

Con una straordinaria capacità di raccontare i vuoti di memoria attraverso le rughe del volto e dello sguardo.

L’eleganza e la solitudine di Londra, la libertà e le possibilità della brughiera inglese, e qualche frame cerimonioso e riflessivo di un Giappone stanco.

Come Mr. Holmes. Che però sa decifrare i segnali delle api. Dando la svolta ai suoi pensieri interni. E agli accadimenti esterni.

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Sono trascorsi 70 anni, brevi e lunghissimi, da quell’orrore.

Che fu l’errore umano più disgraziato e folle.

Tragico monito a quanto l’umanità possa perdersi. Senza ritorno.

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La Musica

“Madama Butterfly” di Giacomo Puccini (1904)

Ancora un omaggio al Giappone. Ma soprattutto ad un popolo che, come la protagonista Cio-cio-san (Madama Farfalla), conosce ed esplica la dignità in ogni occasione, anche nelle tragedie, con una silenziosa e delicata accettazione degli eventi, insieme ad una fede incrollabile nella propria capacità di reazione e di ricostruzione.

Proprio come Madama Butterfly che dapprima crede con  tetragona fiducia nel ritorno dell’amato Pinkerton (“Un bel dì vedremo”), poi, comprendendo la realtà al ritorno di lui (risposato con un’altra donna), decide di scomparire in silenzio, senza clamore, uccidendosi dopo aver abbracciato il figlio avuto da Pinkerton.

Puccini, fine conoscitore dell’animo femminile e geniale compositore, ha musicato con melodie di ampio respiro il paesaggio interiore della protagonista,  delicato pesco in fiore.

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