Il titolo del Tour Live 2014 è già poesia pura, un endecasillabo per indirizzo di un luogo privilegiato: Via Dell’Amore Vicendevole.
Anche se nel backstage, facendoglielo notare, ammette di non essersene accorto. E di averlo scelto perché così comincia “Invisibili”, il brano che a Sanremo gli è valso il Premio della Critica “Mia Martini” e il Premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo. E anche perché in quel luogo immaginario c’è la voglia di condividere le emozioni col pubblico che lo segue.
E le emozioni prendono forma appena la chitarra di Cristiano De André comincia a parlare e la sua voce a suonare, con la magia di certe ottave a rendersi manifesta.
E si dimentica persino, se non fosse per una ostinata e testarda somiglianza, che lui è emanazione del mitico Faber. Tale è il suo talento. Nella denuncia di questo storico tempo (“Non la senti questa decadenza? Questo/odore di basso impero?“), come nella speranza ancora possibile (“Il cielo è vuoto perché aspetta il seme/Dei nostri sogni e di quello che faremo“).
Canzoni immediate, melodie sfumate, parole che rimangono impresse, “Come in cielo così in guerra“.
Qualcuno di bocca buona potrebbe accontentarsi di un aulico non di casato,anche barbaro di basso impero.
Ma quando si aspetta qualcuno di importante,Godot(Beckett) o barbaro(Kavafis),non arriva mai. Ci si rimane male e non si crede più a nessuno.
Un’associazione repentina mi balza in testa:il film’ la grande bellezza ‘che parla della medesima atmosfera si basso impero che ricorda Cristiano,indubbiamente un poeta del nostro tempo amaro, contradditorio, pieno di guerre quotidiane.
Buona prima Domenica d’Agosto.