«La minestrina è una faccenda complessa, sfaccettata, piena di rimandi, più evocativa di una madeleine, più identitaria della pizza. Ma soprattutto è consolatoria. È la nostra risposta nazionalpopolare all’usanza americana di lenire e possibilmente archiviare ogni momento critico, doloroso o difficile con biscotti al cioccolato e bidoni di gelato (industriale)»
Da “Minestrine” di Lella Costa, attrice e doppiatrice italiana.
Verissimo !
Come mi ci ritrovo. Parlavo di minestre anche nel mio blog, anni fa…
E poi? Ti immagino passato ad altro piatto del ricco menù del tuo blog…
A presto, Es.
Proprio vero che la csrittura ha la capacità di trasformare piccole cose in pezzi artistici.
Mi rincuora questo scritto, perchè corregge la convinzione di molti giovani , che la minestrina sia roba da vecchi. Invece ..è un affare complicato!!
Ben venga questa rivalutazione di un cibo nazionalpopolare, che fa tanto bene in questo autunno umidiccio.
Certo che la minestrina è un faccenda complessa! Tanto per cominciare non è facile farla buona, alcune pastine sono insopportabili per dimensione e consistenza, altre assolutamente deliziose con una spolverata di parmigiano e il brodo di carne.
E poi ricordano le nonne, amorevoli e disponiblili in ogni momento. Ci voleva Nella Costa, con la sua bravura, a ricordarcelo.
D’accordo con te sulle pastine. La mia preferenza va alle stelline e ai quadrucci all’uovo, ma tieni conto che la mia gamma di scelta è quella del gluten free. Sul parmigiano sì o no sulla minestrina potremmo indire un referendum!
A presto, Es.
Caro /ra Sil , verissimo, la minestrina per essere buona richiede attenzione e capacità di dosare bene condimento, pastina (quella giusta!)ma soprattutto elemento essenziale è il brodo. Il dado , sigh, è un deludente surrogato.
Roba che richiederebbe un Inno di Neruda !
Ciao, buona giornata.