
Inaugurata il 10 gennaio 1863, la metropolitana di Londra, London Underground, è la più antica rete metropolitana del mondo, la più estesa d’Europa e la seconda dopo Shanghai.
Ho scoperto del centocinquantenario mentre ero là perché come travel card ho ricevuto una “Oyster 150 limited edition”, ovvero da collezione, che richiedeva una cauzione di cinque sterline in caso di perdita o di non consegna prima del rientro in patria. Insomma, una di quelle pratiche inglesi che noi italiani abbiamo difficoltà a comprendere, visto il nostro orgoglio nell’espatriare il made in Italy.
Chiamata familiarmente the tube, per la sezione circolare dei suoi tunnel, la metropolitana londinese conta ben 28 milioni di passeggeri all’anno. Il suo simbolo poi, cerchio rosso tagliato dalla scritta underground, è ormai un vero brand per la City. E la mappa? Una trovata di Harry Beck, impiegato della metropolitana, che negli anni ’30 concepì un tipo di cartina schematica, non geograficamente corretta ma con l’esatta posizione delle stazioni sulle linee, gli interscambi fra di esse e le zone tariffarie. La mappa è diventata così un altro simbolo del design inglese, tanto da apparire su t-shirt e opere d’arte.
Tante le stazioni, 382, da far perdere la rotta, ma poi sono gli stessi nomi a farti arrivare, come Westminster o Piccadilly Circus, oppure sognare, come Swiss Cottage o Elephant & Castle. L’unica line senza capolinea è la gialla, la Circle, circolare appunto, per la quale non ti devi preoccupare della direzione in cui viaggia perché comunque ti porterà alla destinazione desiderata.
In alcune stazioni la scritta gentile Mind the gap, affinché il viaggiatore ponga attenzione allo spazio che c’è tra la porta del treno e la banchina. E appare monito affettuoso a non cedere all’abisso, al solco, alla sottile linea che sempre ci può inghiottire. Anche questa è Londra.
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