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Posts Tagged ‘vocabolario’

Guardo alla vicenda piccola seppur paradigmatica di Luis Suàrez, calciatore uruguaiano in cerca di ingaggio e vocabolario.

Per ottenere l’attestazione di conoscenza di lingua italiana necessaria per ottenere la cittadinanza, e quindi il contratto fuori quota extracomunitaria con la Juventus, fa carte false insieme alla squadra. Quindi l’esame di italiano, per il quasi nostro attaccante uruguaiano, diviene farsa, con i verbi suoi all’infinito e le richieste linguistiche dei prof intorno a parole identiche nelle due lingue, “melone” e “supermercato”. Ma sarà un caso.

Allora penso a certi miei studenti alquanto refrattari alla lingua italiana, anche quando di lingua madre seppur matrigna, che considerano il congiuntivo un modo più oftalmico che verbale. E penso però anche alla fatica e alla caparbietà di alcuni di loro nel voler portare a casa il risultato, per migliorarsi e inorgoglire le famiglie che con sacrifici li fanno studiare.

E a questo punto della mia pensata vedo con nauseabonda tristezza allargarsi a dismisura il divario tra chi paga per comprarsi un vocabolario per studiare e chi si compra direttamente lo studio senza alcun vocabolario.

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Usiamo sempre meno parole.

Così discorsi e scritti mancano ormai di sfumature espressive, e la lingua si fa via via più povera e ripetitiva. Con alcuni termini a rischio di estinzione.

Ecco allora che il vocabolario Zingarelli nell’edizione 2020 ha scelto ben 3126 parole da salvare, segnalate da un simbolo grafico, un fiorellino ♣.

A tale progetto si accompagna l’iniziativa #paroledasalvare che coinvolge le principali città italiane, le cui piazze stanno ospitando #AreaZ: una zona a lessico illimitato in cui trovare le parole giuste per esprimere il proprio pensiero, scegliendo una parola a rischio estinzione e prendendosene cura.

Io scelgo “ondìvago“, che è sinonimo di “incerto”, “indeciso”, “tentennante”, ma con quella peculiarità tipica di “chi o cosa vaga sulle onde“. Ecco, è l’implicazione liquida e mutevole a rendermi speciale “ondìvago“. A tal punto che lo uso proprio quando sento la necessità di sottolineare la sensazione del rollìo che solo sull’acqua si prova.

E voi quale parola scegliete?

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