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Posts Tagged ‘venezia’

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Ho sempre amato Venezia. La porta orientale sul mondo.

Come dice Corto Maltese.

Quella porta aperta per accogliere. Lo straniero, il diverso, l’altro, il lontano.

E da lui apprendere il nuovo. Cambiando in parte la rotta personale.

Che una studentessa veneziana, Valeria Solesin, sia tra i caduti di Parigi fa riflettere.

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Ubaldo Oppi "Ritratto della moglie sullo sfondo di Venezia" - 1921

Ubaldo Oppi “Ritratto della moglie sullo sfondo di Venezia” – 1921

Per un momento, nella mia piccola pausa veneziana, mi sono sentita moglie dell’artista Oppi.

Di fronte a quell’incredibile cartolina che si mostra agli occhi del viandante quando il suo passo sulla Riva degli Schiavoni esita per la debordante bellezza di tanto skyline.

Linea del cielo che si immerge pudìca nella vetrata acqua di laguna.

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Adolphe William Bouguereau "Egalité devant la mort" - 1848

Adolphe William Bouguereau “Egalité devant la mort” – 1848

Il giorno precedente l’attentato sulla spiaggia tunisina di Sousse ammiravo a Venezia nel Palazzo Ducale la visionaria attualità di questo quadro ottocentesco di William Bouguereau che, a soli 23 anni, annotava sul disegno preparatorio: “Uguaglianza. Nel momento in cui l’angelo della morte stenderà sopra di voi il suo lenzuolo funebre, la vostra vita non sarà servita a nulla se non siete stati capaci di compiere il bene sulla terra“.

E ancora una volta rifletto sul male e sulla sua persistenza.

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E se autentica audacia fosse, almeno per un giorno, il Martedì “grasso”, non indossare la solita “maschera”?

Restando infine “nudi”, soprattutto i “Re”?

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Ho sempre trovato piacevole George Clooney. Sarà che è uomo di indubbio fascino oltre che di maschia ma elegante bellezza. Sarà il suo sorriso piacione e sornione che sembra togliere la patina del dramma ad ogni evento, persino quando si aggirava tra le corsie ospedaliere di “E.R. – Medici in prima linea”. Sarà soprattutto il suo impegno continuo nel campo dei diritti umani. Insomma Clooney mi è sempre piaciuto, pur essendo del “partito” pro Brad Pitt (curiosamente il grande assente dalla laguna).

Eppure nei giorni (ora si usa il plurale…) del suo matrimonio con l’avvocato Amal Alamuddin ho rivisto le mie simpatie in suo favore. E non per gelosia.

Se forte è il suo amore per la privacy, al punto da blindare ogni suo passaggio (sull’acqua è stato più difficile) e oscurare ogni finestra dei Palazzi veneziani (tra cui un hotel a sette stelle, numero riservato finora solo agli Emirati Arabi) che hanno ospitato lui e la consorte e gli ospiti, perché non pensare ad una location più riservata, pur mantenendo i suoi standard di richiesta? Ci sono atolli, montagne, deserti sparsi per il globo che in quanto a privacy sono solo rintracciabili dalle sonde orbitanti intorno alla Terra.

A meno che il tappeto rosso sia davvero quello che mai deve mancare in una festa che si rispetti. E allora quale migliore red carpet del Canal Grande a Venezia, provando così l’ebbrezza di recitare la parte di Doge Futuribile?

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Il nuovo assioma politico-economico sembra ormai essere: “facciamo un’opera pubblica per migliorare il nostro privato”.

Così tutti noi capiamo, senza appello, che il Mose non serviva a spartire le acque tra il mare e Venezia, ma a spartirsi il bottino.

Nonostante le tavole della Legge. E dell’autentico Mosè.

Ps: sull’argomento rimando ad un mio passato post, di due anni fa…

 https://espress451.wordpress.com/2012/05/28/onda-su-onda/

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Regent's Canal by Melissa Scott Miller

Regent’s Canal by Melissa Scott Miller

Tra le cartoline che porto con me del recente soggiorno londinese c’è Little Venice, una scheggia della mia amata Venezia caduta nella terra d’Albione.

La differenza dall’originale? Un profluvio di verde adagiato lungo il Regent’s Canal, su cui si dondolano sonnolente e placide le houseboats. A poche fermate di underground dal caleidoscopico caos di Oxford Street.

Londra e le sue affascinanti contraddizioni. Solo apparenti.

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L’uomo è poco se stesso quando parla in prima persona. Dategli una maschera e vi dirà la verità.” – Oscar Wilde

Ps: che sia il Carnevale il momento giusto per dirci la verità, uomini di potere?

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monumento alla partigiana a venezia

A Venezia si sta con gli occhi attenti all’alta marea, perché in certi periodi dell’anno la stessa porta acqua alta. Con i veneziani abituati alle passerelle e i turisti eccitati di avere i piedi a mollo.

Quindi alla bassa marea nessuno fa caso. Ed è un vero peccato. Perché può portare con sé autentiche meraviglie.

E’ quanto succede nella zona dei Giardini, sulla Riva dei Sette Martiri, prosecuzione della più famosa Riva degli Schiavoni. Lì, quando il mare si ritira emerge dalle acque una figura femminile riversa a filo d’acqua, una partigiana uccisa. Si tratta del “Monumento alla Partigiana”, opera di Augusto Murer e Carlo Scarpa, che racconta il rapporto tra Venezia e la Resistenza.

Quella donna in emersione dalle acque fa fermare il viandante attento che, soffermandosi a guardarla, dapprima vorrebbe inconsciamente avvicinarsi per poterla ancora aiutare, dopodiché riflette su quanto è stato. E sulla forza dell’arte.

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22 maggio 1813: nasceva il compositore tedesco Richard Wagner, che amava molto l’Italia, patria della sua seconda moglie, Cosima Liszt, figlia del grande pianista, nata a Como.

Il suo primo viaggio nel Bel Paese avviene nel 1852 e lo conduce sulle rive del Lago Maggiore dove termina il testo dell’ Anello del Nibelungo. A La Spezia invece ebbe in sogno l’ispirazione per il prologo della Tetralogia, col  preludio musicale dell’ Oro del Reno.

Ma è la città lagunare ad essere indissolubilmente legata a Wagner e alla stesura del Tristano, avvenuta tra l’Albergo Danieli e Palazzo Giustiniani: “In una notte d’insonnia, affacciatomi al balcone verso le tre del mattino, sentii per la prima volta il canto antico dei gondolieri. Mi pareva che il richiamo, rauco e lamentoso, venisse da Rialto. Una melopea analoga rispose da più lontano ancora, e quel dialogo straordinario continuò così a intervalli spesso assai lunghi. Queste impressioni restarono in me fino al completamento del secondo atto del Tristano, e forse mi suggerirono i suoni strascicati del corno inglese al principio del terz’atto.” A Venezia il musicista era dovuto riparare in seguito alle scenate di gelosia della sua prima moglie per la passione travolgente che ebbe per una poetessa.  E a Venezia rimase in assoluto isolamento per sette mesi, “lontano dalla polvere delle strade e dallo spettacolo dei cavalli maltrattati”.

E’ poi la precaria salute a ricondurlo nel 1881 in Italia, questa volta nel sud, a Palermo e sulla costiera amalfitana. Proprio a Ravello, nel giardino di Villa Rufolo, ebbe l’ispirazione per il Parsifal, il suo ultimo capolavoro, la cui scena l’aveva immaginata nel Duomo di Siena.

Ma è la laguna ad attirarlo ancora, tanto da trasferirsi lì con la famiglia nel 1882. E a Venezia Wagner morirà l’anno seguente per un attacco cardiaco mentre era intento a scrivere un saggio, Sull’elemento femminile nella specie umana.

Venezia

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