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Posts Tagged ‘valigia’

Il mio desiderio numero 3 è relativo al viaggio. Sì lo so, le barriere interregionali sono cadute, l’autocertificazione è oggetto (speriamo) da archiviare, il motore si può scaldare.

Già. Ma i limiti geografici restano, perché non tutto è aperto, non tutti ci vogliono. Pensiamo solo ad alcuni Paesi europei che ci ghettizzano quali nuovi untori, o ad alcune realtà italiane che vorrebbero, insieme alla nostra valigia (e soldo) anche il risultato (transeunte) del test sierologico (sob).

E così il limite spaziale diventa mentale. Perché anche continuando il proprio privato e personale lockdown, vuoi per anemia di risorse o per surplus di lavoro o per sopravvenuta depressione interiore, l’idea di essere sempre liberi di prendere la porta di casa e abbandonarla per un po’ per qualsivoglia latitudine, quell’idea ci fa sentire in vacanza, cioè in sottrazione del quotidiano tempo. Con la testa nell’altrove, autentico inizio di ogni viaggio.

Leggeri, con le parole di Battisti nel cuore:

Sì, viaggiare
Evitando le buche più dure
Senza per questo cadere nelle tue paure
Gentilmente senza fumo con amore
Dolcemente viaggiare
Rallentando per poi accelerare
Con un ritmo fluente di vita nel cuore
Gentilmente senza strappi al motore
E tornare a viaggiare
E di notte con i fari illuminare
Chiaramente la strada per saper dove andare
Con coraggio gentilmente, gentilmente, genti…
Dolcemente viaggiare Sì, viaggiare“.

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“E se portassi a casa il mare?”, pensava la bambina.

Poi scoprì la madreperlacea conchiglia,

del mare naturale valigia.

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Una chimerica valigia di sirena me la immagino così.

Qualche asciugamano per i momenti di terra, un pettine per le chiome scomposte, una pietra a fungere da ancora, una stella per orecchino serale.

Valigia semplice, leggera, ammaliante.

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Gioia frammista a malinconia. Aria di cose disfatte, di valigie da preparare. Voglio portarmi tutto, come sempre quando preparo le valigie. Ma solo la memoria riesce in questo compito…
Come non portare nella mia valigia le parole dello studente-occhi di mare che, al mio ingresso in classe con occhiali scuri, quasi rimproverandomi mi disse: “Ma prof, io vengo a scuola e voglio vedere i suoi occhi”, e poi più dolce: “Perché lì dentro accadono cose e si vedono tutte.” E come non pensare a chi mi chiedeva una mattina sì e l’altra anche: “Prof, quante ore ha dormito?”, tenendo affettuosamente sotto controllo il mio livello di benessere? E che dire del club delle “mangia-libri” con cui ho condiviso i banchetti di carta stampata e le abbuffate che abbiamo fatto di storie? E i vostri sguardi che stupiti hanno accompagnato bocche che sono diventate “ohhh!” di fronte ad una nuova scoperta di parola-pensiero? E i ragazzi di “seconda”, i “piccolini”, che ho visto sgusciare dai morbidi e rotondi tratti di bambini per mostrare i tratti più affilati e nervosi dell’adolescenza, facendo intuire le giovani donne e i giovani uomini che tra poco saranno? E la condivisione con la “quinta” di alcuni “timoni” per l’esistenza, come il pensiero di Lucrezio o di Leopardi o di Pirandello? E come non ricordarmi dell’autentico interesse che ha provato la “terza” scoprendo che il poeta latino Catullo cantò il suo amore per Lesbia con versi bellissimi, raccontando le emozioni che tutti in ogni tempo abbiamo vissuto / viviamo / vivremo intorno a questo ineffabile mistero? “Vivamus, mea Lesbia, atque amemus …”. E i 150 anni dell’Unità d’Italia che con la “seconda” abbiamo ripercorso attraverso il libro di Fruttero e Gramellini , sentendo vive e pulsanti le radici del passato di ciascuno di noi? E quanti eventi d’attualità abbiamo commentato rendendo la classe una vera koinè culturale?
E poi qualcuno, lo studente-sguardo lontano, pochi giorni fa, mentre eravamo in aula computer lavorando sulle tesine, mi ha affettuosamente ricordato che esattamente un anno fa, nello stesso luogo, lui e un suo compagno mi chiedevano se fosse possibile “avermi” come prof per la “quinta” perché loro “perdevano” la loro docente (i tagli Gelmini…). E’ vero, successe là, e io che non decido nulla ebbi proprio quella classe e altre due, la mia “testa”, il mio “cuore” e la mia “pancia” di quest’anno. Un “corpo” che ho abitato con gioioso benessere e profonda leggerezza…
Buone vacanze a tutti voi! Che l’estate si faccia densa di ricordi per la vostra “valigia”…

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