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Posts Tagged ‘vacanze’

Il tuffatore di Paestum

Il tuffatore di Paestum

Ci si tuffa da sempre…

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E’ tempo di un giro in Vespa. In piena spensieratezza.

Un po’ vacanze romane. Alla Audrey.

Un po’ vacanze nostre. Ovunque.

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Il suono dell’estate

Il frinire delle cicale. Per me è questa la colonna sonora dell’estate.

Se non sento il loro chiacchiericcio nell’aria so che una certa temperatura non è ancora stata raggiunta.

Mi piace il suono delle loro confidenze. A volte mi unirei a loro.

Poi scelgo di ascoltarle. In rigoroso silenzio. E in mistica adorazione.

E le cicale, stupite del mio interesse per loro, per un momento tacciono del tutto.

Per poi riprendere il loro racconto fitto fitto.

E io, all’ombra della pineta, riprendo ad origliarle…

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Mai visto svolgere tanti compiti delle vacanze come in questa estate. Ovunque un proliferare di quaderni, libri, grammatiche, esercizi.

E persone impegnate a riempire pagine su pagine, arrovellandosi sul passato remoto di un verbo irregolare piuttosto che sull’infinito di certe equazioni. Per non parlare delle schede libro, che stanno diventando il business del futuro.

Ho detto persone, non studenti. Perché il paradosso dei compiti delle vacanze è che essi sono diventati “i compiti delle vacanze” per i genitori. E te ne accorgi non solo dalla compilazione adulta, ma dal linguaggio usato per raccontare i famigerati compiti.

Infatti in un tempo giurassico si diceva: “Oggi mio figlio, prima di scendere in spiaggia, ha finalmente fatto tre pagine di compiti delle vacanze”, con fastidio genitoriale nei confronti del figlio svogliato. Poi il tempo si trasforma diventando moderno, e qualche anno fa la frase era cambiata in: “Oggi io e mio figlio, prima di scendere in spiaggia, abbiamo fatto, meno male, tre pagine di compiti delle vacanze”, con fastidio genitoriale nei confronti dei troppi compiti. Adesso, che il tempo è supersonico, e come dicono gli studenti “ci stai troppo dentro”, la frase è: “Oggi, prima di scendere in spiaggia, ho dovuto fare tre pagine di compiti delle vacanze”, con fastidio genitoriale nei confronti del docente.

Potenza delle frasi twitter, se la spiaggia e i compiti sono rimasti, è sparito un figlio, uno studente a cui sono stati assegnati i compiti. E la persona da terza singolare è diventata, passando attraverso un plurale, una prima singolare.

Oggi sono i genitori a svolgere i compiti delle vacanze, e forse noi docenti dovremmo infine prenderne atto. Ho indagato e chiesto le ragioni di tale fatica genitoriale al posto dei figli, e la risposta più frequente è stata: “Così perdiamo meno tempo, e poi mio figlio non ha voglia”.

Già, tempo e voglia. Che sono poi tra gli ingredienti base per cucinare, lentamente e con metodica cura, la propria vita. Ma quest’estate anche “Robinson Crusoe” e tutta la sua lenta fatica è stato letto (forse) da un genitore. Sottraendo così al figlio l’occasione di un vero viaggio. Di una vacanza speciale.

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Gioia frammista a malinconia. Aria di cose disfatte, di valigie da preparare. Voglio portarmi tutto, come sempre quando preparo le valigie. Ma solo la memoria riesce in questo compito…
Come non portare nella mia valigia le parole dello studente-occhi di mare che, al mio ingresso in classe con occhiali scuri, quasi rimproverandomi mi disse: “Ma prof, io vengo a scuola e voglio vedere i suoi occhi”, e poi più dolce: “Perché lì dentro accadono cose e si vedono tutte.” E come non pensare a chi mi chiedeva una mattina sì e l’altra anche: “Prof, quante ore ha dormito?”, tenendo affettuosamente sotto controllo il mio livello di benessere? E che dire del club delle “mangia-libri” con cui ho condiviso i banchetti di carta stampata e le abbuffate che abbiamo fatto di storie? E i vostri sguardi che stupiti hanno accompagnato bocche che sono diventate “ohhh!” di fronte ad una nuova scoperta di parola-pensiero? E i ragazzi di “seconda”, i “piccolini”, che ho visto sgusciare dai morbidi e rotondi tratti di bambini per mostrare i tratti più affilati e nervosi dell’adolescenza, facendo intuire le giovani donne e i giovani uomini che tra poco saranno? E la condivisione con la “quinta” di alcuni “timoni” per l’esistenza, come il pensiero di Lucrezio o di Leopardi o di Pirandello? E come non ricordarmi dell’autentico interesse che ha provato la “terza” scoprendo che il poeta latino Catullo cantò il suo amore per Lesbia con versi bellissimi, raccontando le emozioni che tutti in ogni tempo abbiamo vissuto / viviamo / vivremo intorno a questo ineffabile mistero? “Vivamus, mea Lesbia, atque amemus …”. E i 150 anni dell’Unità d’Italia che con la “seconda” abbiamo ripercorso attraverso il libro di Fruttero e Gramellini , sentendo vive e pulsanti le radici del passato di ciascuno di noi? E quanti eventi d’attualità abbiamo commentato rendendo la classe una vera koinè culturale?
E poi qualcuno, lo studente-sguardo lontano, pochi giorni fa, mentre eravamo in aula computer lavorando sulle tesine, mi ha affettuosamente ricordato che esattamente un anno fa, nello stesso luogo, lui e un suo compagno mi chiedevano se fosse possibile “avermi” come prof per la “quinta” perché loro “perdevano” la loro docente (i tagli Gelmini…). E’ vero, successe là, e io che non decido nulla ebbi proprio quella classe e altre due, la mia “testa”, il mio “cuore” e la mia “pancia” di quest’anno. Un “corpo” che ho abitato con gioioso benessere e profonda leggerezza…
Buone vacanze a tutti voi! Che l’estate si faccia densa di ricordi per la vostra “valigia”…

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