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Posts Tagged ‘umani’

Un’ecatombe. Da magnitudo 7,8 scala Richter. Sull’incrocio di tre faglie, tra Turchia e Siria.

Edifici sbriciolati. Interi villaggi rasi al suolo. Migliaia di vittime. L’Anatolia spostata di tre metri. Le devastanti onde sismiche registrate in tutto il mondo.

Siamo piccoli e vulnerabili noi umani. Eppure lo dimentichiamo. Quasi sempre.

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Un pianeta sempre più in sofferenza per il caldo e la siccità.

Le temperature salgono segnando nuovi record, i ghiacciai arretrano perdendo risorse millenarie, la desertificazione avanza in luoghi insospettati, l’acqua scarseggia rivelandosi il vero oro della Terra.

E noi umani, sfatti e stremati, arriviamo a pregare per la pioggia, quasi dipendesse dagli dèi come credevano i nostri antenati. Forse ancora una volta per sottrarci alla nostra evidente colpa.

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Ricordare…

Corrispondendo ancora… 

Dote celeste… 

Prestata agli umani”. 

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Che dire?

La conclusione del viaggio terreno, in questi giorni di luglio rovente e morente, anche per l’attore Rutger Hauer aggiunge materiale di riflessione a quanto scritto nel precedente post.

Il suo replicante Roby Batty di “Blade Runner” ha scritto, col suo monologo, una delle pagine più famose e iconiche per la storia del cinema. Ma anche per quella dell’uomo.

Io ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi:
navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione,
e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo,
come lacrime nella pioggia.
È tempo di morire.”

E dire che luglio era/è tradizionalmente mese di cose leggere, infinite sere…

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E infine la tanto attesa pioggia è giunta.

Sarà per una sacca atlantica che si è fatta strada, sarà per le reiterate preghiere propiziatorie, sarà quel che sarà, il cielo ci sta finalmente regalando acqua.

Ma non tutto è bene quel che ben finisce. Perché i problemi restano.

Il terreno risulta talmente secco da avere un suono sordo e l’acqua, invece di imbibirlo dandogli benessere, gli scivola sopra come su di un telo impermeabile.

Le città continuano ad essere contenitori di anidride carbonica e polveri sottili, così che l’acqua in arrivo non è sufficiente a lavare l’aria mefitica.

E noi umani? Rischiamo di scordare il buon odore della pioggia, quello che dilava l’anima, trascinando a valle dei nostri pensieri le nuvole interne.

Eppure siamo noi ad avere reso l’arrivo della pioggia un evento sempre più raro. Stendendo un velo sul nostro cielo.

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Noi umani siamo sempre in attesa, in avvento.

Perdendo forse il senso del momento.

Quello della casella di giornata.

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