Misero e triste quello Stato che toglie ai poveri per dare ai ricchi. Ma anche malandrino e ingiusto. Profondamente.
Uguaglianza ed equità di trattamento presentano tra loro la differenza notevole per cui se viene dato “100” a tutti ci sarà correttezza ma non giustizia, perché in tal modo non si terrebbe conto dei dati di partenza di ciascuno. Come nella vignetta soprastante.
Eppure nel nostro Paese, tra quelli sulla carta più industrializzati ed avanzati del mondo, sta accadendo qualcosa di ancora più grave ed ingiusto. Si sta togliendo pure il “minimo sindacale” a chi strutturalmente ha meno. Consegnandolo, senza scrupolo alcuno, a chi già ha di più. Che continuerà, in virtù di ciò, a vivere meglio. Usufruendo peraltro di quei servizi statali pagati, giustamente, per tutti, ma con le tasse pagate, ingiustamente, da alcuni. Ovvero i soliti, poco ignoti, allocchi. Mentre i soliti furbi, anch’essi poco ignoti, si fregano le mani, aggiungendo, in modo sfrontato, che “la pacchia è finita“. Non certo per loro.
Ps: È stato detto di “non disturbare il manovratore”, ma se questo “disturba” pericolosamente, con una guida favorevole a pochi, il tragitto di molti, forse una parola va infine pronunciata. Se non altro di sdegno.