Coincidenza curiosa, nonché drammatica, che le vittime della sparatoria al Tribunale di Milano rappresentino gli attanti di un processo nel suo svolgersi: giudice, avvocato, imputato. Posti, e non solo umanamente, sullo stesso piano, perché ciascuno di essi, in tribunale, svolge, rappresentandolo, il proprio “ruolo”: il giudizio, la difesa, la colpa.
Ed è su questa divisione di “ruoli” che si fonda il diritto e il rispetto dello stesso. Su tale impianto è nata la civiltà. Difenderla è anche non ammettere, negli atti criminosi, alcuna attenuante giustificativa.
Eccetto un’umana pietà.