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Posts Tagged ‘Torino Spiritualità’

Da oggi “Torino Spiritualità”, con un’edizione intorno alla notte. Tempo privilegiato di silenzio e riflessione, ma anche di turbamento e mistero. E di luce per chi ama l’ombra. Come ci ricorda Erri De Luca:

“È bella di notte la città. C’è pericolo ma pure libertà. Ci girano quelli senza sonno, gli artisti, gli assassini, i giocatori, stanno aperte le osterie, le friggitorie, i caffè. Ci si saluta, ci si riconosce, tra quelli che campano di notte. Le persone si perdonano i vizi. La luce del giorno accusa, lo scuro della notte dà l’assoluzione. Escono i trasformati, uomini vestiti da donna, perché così gli dice la natura e nessuno li scoccia. Nessuno chiede conto di notte. Escono gli storpi, i ciechi, gli zoppi, che di giorno vengono respinti. È una tasca rivoltata, la notte nella città. Escono pure i cani, quelli senza casa. Aspettano la notte per cercare gli avanzi, quanti cani riescono a campare senza nessuno. Di notte la città è un paese civile.”

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Nell’adulto si cela un bambino, una parte in continuo divenire, che richiederebbe costante cura e attenzione”.

Carl Gustav Jung

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ToSp15

Mi è piaciuto alquanto il titolo scelto quest’anno per “Torino Spiritualità”: “L’impasto umano – Fatti di terra guardiamo le stelle”. L’Adam, l’uomo, il terrestre è tratto appunto dalla terra ma plasmato a somiglianza di Dio.

Ben ha colto e sciolto ciò Enzo Bianchi, Priore della Comunità di Bose, commentando il salmo 8: “Eppure l’hai fatto poco meno di un Dio“, in cui il salmista rivolgendosi a Dio si riferisce sì all’uomo nato dall’adama, la terra limosa del Medio Oriente, ma considerato da Dio suo luogotenente nella creazione.

Bianchi stimola la riflessione su tre cardini: la Terra quale matrice e madre dell’uomo, per cui lo stesso deve esserne responsabile; la donna creata dopo l’uomo quale “aiuto contro di lui“, da cui il patimento della ferita della differenza ma anche il suo arricchimento; lo sguardo da rivolgere all’altro da sé, facendo a lui posto.

E il pensiero corre subito alle violenze perpetrate nei confronti dell’ambiente, della donna e dello straniero.

Con la necessità di ricordarsi e farsi “responsabili“.

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dervisci

Ho avuto la fortuna di poter osservare e respirare una preghiera considerata Patrimonio dell’Umanità.

La danza dei dervisci rotanti di Damasco, confraternita sufi dell’Islam, che ha inaugurato al Teatro Regio la decima edizione di “Torino Spiritualità”.

In quella rotazione su se stessi alla ricerca dell’estasi mistica per avvicinarsi a Dio ho visto bellezza, eleganza, armonia.

Una danza che incanta lo sguardo dell’anima, al ritmo di suoni che fanno vibrare il sé profondo.

Mistica allo stato puro. Alla ricerca dell’origine e del ritorno.

Equilibrio e pace. Un mondo ancora possibile. Alto e Altro da quello delle cronache.

 

 

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Eduard von Grutzner, “Falstaff” – 1921

Da oggi si apre “Torino Spiritualità”, ottava edizione di una serie di incontri intorno alla dimensione etica e spirituale dell’essere umano. Il tema di quest’anno è “La sapienza del sorriso”.

Sono queste due parole poste a fianco che mi affascinano, la sapienza che passeggia col sorriso.

E l’idea che mi si affaccia è quella della possibilità di sentire il “sapore”, la sapienza appunto, di un’espressione corporea spontanea e  universale, il sorriso. Che resta una delle ultime frontiere della gratuità. E che racconta la globalità in modo primitivo. Cioè sapiente.

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Da oggi 29 settembre a domenica 2 ottobre la rassegna 2011 di “Torino Spiritualità”. L’edizione di quest’anno, la settima, ha per titolo “IN FINE – Vivere sul limite dei tempi“, ovvero il rapporto tra l’umanità e l’idea della fine dei tempi.

Inaugurazione stasera alle ore 18 nella Chiesa di San Filippo Neri, con l’intervento di Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose, intorno all’Apocalisse, un termine che è divenuto sinonimo di “catastrofe” quando in realtà è “rivelazione” di Gesù Cristo.

Sono in programma interventi di filosofi e teologi, da Umberto Galimberti a Vito Mancuso, psichiatri e scrittori, da Vittorino Andreoli a Mauro Corona, per citarne alcuni. Sarà l’occasione, per tutti noi, di riflettere su fondamentali tematiche esistenziali, prendendoci una pausa “sul limite dei tempi”.

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