
Siamo ormai quotidianamente inondati dall’esperienza streaming, un fluire continuo come quello degli Ultracorpi che invadevano gli umani nel film cult di Don Siegel.
Ma è vera trasparenza? Che tutto sia ripreso da una telecamera ci assicura che la dimensione relazionale a cui stiamo assistendo sia autentica e soprattutto foriera di sviluppi fecondi in un tavolo di trattative? O è piuttosto una pantomima, una messinscena di ruoli assegnati e consolidati, e proprio in virtù di ciò non cedibili agli occhi del mondo?
La “messa” cantata (quando non muta o negata) dell’incontro streaming tra Bersani e le “stelle” Lombardi & Crimi diventa spunto di amara riflessione. Quante guerre sarebbero state chiuse nella storia senza cedere ciascuno qualcosa? Ma ciò è possibile solo nel chiuso delle stanze. Perché non sempre guardare tutto equivale a vedere tutto, e per chi è guardato i termini dell’incontro cambiano. La consumazione di un rapporto è forse più produttiva senza voyeurs. Sapere di essere guardati cambia comunque i termini del rapporto. Al punto da ridurlo ad una farsa da reality. Sarà stato un caso che al suddetto incontro fosse presente, quale addetto ufficio stampa, Rocco Casalino, concorrente della prima edizione del televisivo “Grande Fratello” italiano?
La Lombardi durante quella seduta streaming dichiarò, con quella sua spocchiosa saccenza di chi poco sa e molto osa, che le sembrava di essere ad una puntata di “Ballarò”. A me, vedendoli, sembrava piuttosto un allucinante piano sequenza del film “The Truman Show”. Che, già “vecchio” di quindici anni, sta pericolosamente diventando sempre più attuale.
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