Feeds:
Articoli
Commenti

Posts Tagged ‘Stadio’

sanremo1

Si dice che il Festival di Sanremo sia da sempre la cartina al tornasole del Paese Italia.

Che dia cioè una fotografia e un’indicazione di quale sia il passo dello Stivale.

E allora il barometro cosa segna per l’edizione numero 66 appena conclusa?

Per cominciare indica che l’arcobaleno è per ora più un augurio futuribile che una realtà immediata (e i toni accesi della discussione odierna in Aula lo certificano).

Che le donne, quando portatrici di talento ed ironia (leggi Virginia Raffaele), sono una vera forza della natura. Non da arginare.

Che tutti noi restiamo alquanto addormentati, tanto che un energico “Wake up” (del rapper Rocco Hunt) ci sollecita al massimo un battito di ciglia. La sveglia resta ancora stabile su Off.

Che un gruppo storico come gli “Stadio” (nel loro Dna Lucio Dalla e indimenticabili colonne sonore) può ricevere infine un riconoscimento ufficiale e popolare. Pur in un’epoca di rottamazione. E forse anche per questo motivo passano la mano, per la partecipazione all’Eurovision Song Contest, alla giovane Francesca Michielin. Rientrando così nel mood “largo ai giovani”.

Ma soprattutto il barometro sanremese segnala che l’indice di rassegnazione italiano volge, purtroppo, verso l’alto. Sottolineando che ci siamo talmente abituati al malaffare e al malandare, che non ci resta che pregare, con un “Amen” finale e liberatorio come ci suggerisce Francesco Gabbani, il vincitore, meritatissimo, delle Nuove Proposte, già definito il nuovo Rino Gaetano:

E allora avanti popolo / che spera in un miracolo / elaboriamo il lutto con un Amen.

Pubblicità

Read Full Post »

Un film che ormai è un cult. A trent’anni di distanza. Con cinque David di Donatello a scortarlo, tra scene mitiche e musiche d’annata.

Pensi a Borotalco e nella testa ti risuona in automatico quella colonna sonora in cui Lucio Dalla è “convitato di pietra”. In questi giorni di ricordi malinconici Carlo Verdone ha ricordato quell’incontro di trent’anni fa: “Sono orgoglioso di avergli dedicato un film. Non è mai apparso in video, solo una volta in dissolvenza durante un sogno, ma era il motore dell’intera storia“.

Nel film la protagonista Nadia, interpretata da Eleonora Giorgi, è una fan accanita dell’artista bolognese e vuole consegnargli a tutti i costi il testo di una canzone con l’aiuto di Sergio, alias Carlo Verdone, che si spaccia come grande amico di Lucio Dalla pur di fare colpo. Memorabile la scena della roulette: “Ma allora quando è il momento giusto?”, chiede Nadia a Sergio riferendosi all’artista, per fargli arrivare al termine di un concerto il brano “Un fiore per Hal“, cantata da Ricky Portera, chitarrista degli Stadio nel 1982. Sergio farà finta di parlarci, ma in realtà viene accolto da un cane da guardia che ringhia ferocemente. Per cui, pur fingendo che tutto sia andato per il verso giusto, lancia lo spartito dicendo: “Ciao Lucio, grazie eh!”, poi scappa a gambe levate e torna dalla bella Nadia come se nulla fosse successo.

Famoso il retroscena del nome di Dalla sulla locandina: “Il produttore Mario Cecchi Gori – ricorda Verdone – sparò nella locandina il suo nome a caratteri cubitali; il mio, che ero il regista, era scritto in piccolo. Lucio si arrabbiò. Ricordo ancora la sua telefonata: ‘Spera che il film mi piaccia, andrò a vederlo stasera’”. Lo fece effettivamente, e qualche ora dopo la telefonata da un cinema di Bologna: “Mi chiamò per farmi i complimenti. Si sistemò a terra in prima fila perché la sala era gremita e non c’era più un biglietto. Mi disse che ero stato bravo”.

Per le musiche di Borotalco gli Stadio e Lucio Dalla vinsero un David di Donatello e un Nastro d’Argento. La scena iniziale, una vera sigla di apertura sotto le note de L’ultima luna di Lucio Dalla, venne disposta per far credere un legame tra Sergio e Nadia, smentito quando compare la fidanzata di lui. Come “stacchetto” musicale fu utilizzata l’introduzione del brano di Lucio Meri Luis eseguita sempre dagli Stadio.

Read Full Post »