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Posts Tagged ‘Spagna’

Chissà a cosa pensano nell’Altrove per chiamare, poco dopo il numero 10 “Pibe de oro”, il numero 20 “Pablito”, l’eroe del mitico mondiale di Spagna 1982.

Che estate fu quella! Leggerezza e gioia, null’altro. Con la nazione che riscopriva unità e orgoglio attraverso i ragazzi di una nazionale che giocò col cuore, fino in fondo. Fino a vincere un mondiale. Il terzo per l’Italia. Tra quei ragazzi Paolo Rossi, fortemente voluto da Bearzot, nonostante il mondo contro. E “Pablito”, così chiamato da tutti dopo i suoi primi e inaspettati gol, confermò in modo magico le aspettative del mister. Rendendo reale quel fantastico crescendo, partita dopo partita, verso il titolo mondiale.

Come ebbe a dire lo stesso calciatore, “Non avrei più vissuto un momento del genere. E me lo sentivo scivolare via. Ecco: era già finito…“.

E oggi la sensazione è quella. Che tutto sia scivolato via. Troppo in fretta. Lasciandoci senza l’energia rapida di Paolo Rossi, che rese possibile un sogno. Già finito.

Grazie, Pablito.

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Cristiano Ronaldo è l’acquisto calcistico più costoso di sempre, 100 milioni di euro, sia per la Juventus che per la Serie A italiana.

Ma CR7 è ormai un brand, che va oltre, molto oltre, il calciatore. Linea di abbigliamento e intimo, catena di ristoranti, icona della Nike. Vittoria, appunto, di cui lui é il tedoforo del terzo millennio. Fenomeno globale, che ammanta di fascino e soldi ciò che lo circonda. Nuovo Re Mida. Che rende oro quanto sfiora. Con un’attenzione maniacale per il fisico. Senza mai dimenticare il fisco.

Grazie al suo trasferimento a Torino, infatti, l’uomo più social del pianeta potrebbe usufruire di una norma fiscale italiana per cui verserebbe nelle casse del nostro fisco una tassa forfettaria, e leggera, di centomila euro. Fine della partita. Già. Così in un sol colpo, e grosso, dribbla anche il suo contenzioso col fisco spagnolo.

Quando si dice “aver la testa nel pallone”…

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Nella partita Inghilterra – Islanda degli Europei di calcio era difficile non vedere in campo, quale convitato di pietra, la parola Brexit. A tal punto che l’esito della disputa, questa volta non referendaria ma calcistica, ha visto l’uscita della “perfida Albione” dal torneo europeo.

Come se dal “Day After Brexit” tutte le porte del vecchio continente si chiudessero senza appello a chi le ha sdegnosamente snobbate.

Non diversamente dalla Spagna, battuta senza appello dagli Azzurri, squadra apparsa confusa come la sua nazione, uscita dal voto con un quadro ancora una volta frammentato e poco certo.

Ora, per trarre segni dagli aruspici del terreno di gioco, si guarda alla prossima sfida. Cioè a quella partita Italia – Germania dei quarti che porterà con sé ricordi atavici ma anche previsioni sul campo europeo politico.

Davvero possiamo credere ad un asse italo-tedesco a tessere le fila di un’Europa nuova e reattiva? O piuttosto, essendo ormai ai supplementari dell’Unione Europea, è tempo di rompere gli indugi e preferire scelte di sostanza ai soliti giochi tattici?

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lingue

Impariamo velocemente le lingue! Non lo scontato e ormai necessario inglese, bensì tutte le lingue europee. L’italiano diventerà presto lingua obsoleta.

Cominciamo col rispondere hola al telefono, e non più il nostro pronto, visto che numerose banderillas sono state poste sul nazionale Telecom.

Riprendere le pratiche di buon vicinato con i simpatici cugini d’oltralpe diventerà presto utile, ça va sans dire, specialmente sulle tratte aeree, dato che il tricolore Alitalia sta per acquisire il blu al posto del verde.

E guardando all’Allemagne sarà la potente Angela a suggerirci parole e conti alla tedesca.

Insomma, per rimanere ancorati alla zattera Europa occorrerà saper chiedere aiuto in più lingue. Sob!

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La cioccolata calda ha origini antiche: furono gli aztechi ad introdurre questa bevanda nel XVI secolo in Spagna. La corte di Carlo V gradì molto la cioccolata calda, al punto da divenire il regalo di nozze inviato dallo stesso imperatore quando un membro della sua famiglia sposava un nobile straniero. Così la nuova bevanda si diffuse in tutta Europa, anche se in un primo tempo esclusivamente tra i ceti nobiliari.

La ricetta originale della cioccolata calda era una miscela di cacao, acqua, vino e vari tipi di spezie. Gli spagnoli cominciarono a riscaldare la miscela ed a dolcificarla con lo zucchero. Furono i britannici a sostituire l’acqua con il latte e a consumare la hot chocolate dopo pranzo. Ed ecco nascere in Inghilterra nel XVIII secolo le chocolate houses, in cui si gustava la cioccolata calda parlando di politica, economia, scienza e filosofia.

Oggi la cioccolata calda è molto diffusa in tutta Europa, in particolare nelle zone di montagna dove si beve per riscaldarsi dalle temperature rigide, ma è particolarmente popolare anche negli Stati Uniti durante l’inverno, dove è fatta per sopportare le bufere di neve. Si considera quale ora della cioccolata calda le 16.30, in contrapposizione alle 17.00 del famoso tè all’inglese.

Per una buona cioccolata calda sciogliamo del cioccolato fondente a scaglie, o del cacao amaro, con dello zucchero in una tazza di latte già tiepido. L’incontro tra i due enfatizza il concetto di fusione: entrambi perdono il loro colore originario per diventare color cioccolata, a cui aggiungerete una spolverata bianca di maizena per addensare il goloso composto. A fuoco lento e continuando a mescolare, sentirete aumentare la densità attorno al cucchiaio, e in prossimità del bollore seguirete il vostro personale gusto fermandone la cottura. La cioccolata calda è pronta ma… Si può non prendere in considerazione un cucchiaio di panna montata da adagiare piano sulla superficie già rappresa della bevanda degli dei? Bevanda comunque da gustare bollente, regalando affettuosa gioia al palato, ma soprattutto alle papille interiori.

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