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Posts Tagged ‘soldati’

Chi scappa in modo fortunoso da luoghi tanto devastati, chi viene omaggiato per aver dato la vita in nome di una lotta spesso non compresa.

La guerra e l’uomo. Che si fa piccolo. Nella sua tenacia e nel suo limite.

Da una parte la fatica di un sempiterno Enea che fugge da una guerra con l’anziano padre Anchise sulle spalle. Dall’altra un treno che riporta in patria i corpi di tanti straziati Ettore. Gesti pietosi, uguali da sempre.

L’uomo però, col tempo, si fa sempre più piccolo.

 

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Il ponte bombardato a Irpin

Ripensiamo a quel film illuminato che è “Figli di un dio minore”, anche per omaggiare l’attore William Hurt, interprete magistrale qui e in altre pellicole. Questo film tratta, più che della disabilità, della fatica di venirsi incontro, dato che i linguaggi di ciascuno sono comunque diversi da quelli dell’altro. Condizione che si esplicita soprattutto nelle situazioni di difficoltà. Nella guerra in massimo grado. Perché l’altro è il nemico, sulla carta ancora prima di incontrarlo.

Ma in guerra ci sono poi coloro che risultano “figli di un dio minore”. E non si tratta dei soldati su fronti contrapposti, perciò paritari tra loro almeno per ruolo, bensì dei civili, coloro che si ritrovano tra capo e collo in un meccanismo infernale per cui vita e morte viaggiano molto più vicini rispetto al solito tran tran umano.

Torna allora in mente una frase del film: “Credi che riusciremo mai a trovare un luogo dove io e te potremo vivere uniti al di là dei suoni e del silenzio?”. Già, oltre i suoni della guerra e il silenzio della distruzione.

Chissà quando sarà possibile.

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premio strega

Cosa è rimasto, dopo 70 anni, dell’antico spirito che animava il “Premio Strega”?

Sfumata la presenza delle piccole case editrici, regna ormai sovrano e prevedibile il monopolio di Mondazzoli.

Abbandonata persino la sede storica, quel Ninfeo di Villa Giulia che accoglieva in modo piccolo e antico e ritirato poeti e scrittori.

Dimenticata la gara all’ultimo voto tra penne di peso. Per intenderci, calibri come Moravia, Levi e Soldati a contendersi la vittoria nella stessa edizione.

E neppure più una riga letta da alcuno dei romanzi in gara, come se la parola scritta non meritasse una seppur minima inquadratura temporale.

Facendo così sbiadire le intenzioni di Maria Bellonci e del suo Premio Strega.

Liquore a parte, che ancora resiste. Forse per il suo magico nome.

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Statua della "donna conforto" - Seul, Ambasciata giapponese

Statua della “donna conforto” – Seul, Ambasciata giapponese

Prima e durante la Seconda Guerra Mondiale decine di migliaia di ragazze coreane, e non solo, venivano rapite e costrette a prostituirsi per le forze armate nipponiche. Erano chiamate “donne conforto”.

Solo ora il Giappone riconosce il danno arrecato a migliaia di ragazze. Ora che non più di una cinquantina di loro sono ancora vive, a raccontare di quegli orrori, dal rapimento agli stupri continui perpetrati dai soldati al fronte.

L’accordo tra i governi di Giappone e Corea del Sud ha però portata storica perché Tokyo ha annunciato lo stanziamento di un miliardo di yen per un fondo che garantisca il “maggior benessere possibile” alle sopravvissute.

Ma il ricordo a monito dei crimini contro l’umanità va preservato e tramandato nei passaggi di generazione. Per evitare strategiche perdite di memoria.

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Criticano sempre perché sto tanto coi soldati. Anche dopo l’orario. ma questi son soldati che migliorano i superiori. E’ per migliorarmi che sto con loro.

Piero Jahier, da “Con me e con gli alpini” (1919).

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