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Posts Tagged ‘sogni’

Una mattina mi son svegliata, purtroppo senza “Bella ciao”, e ho trovato l’invasor. Ovvero un incubo da sveglia.

La parte lucida e razionale di me diceva alla totalità di me, “questa situazione forse è per sempre”. Con attrezzi personali e di mestiere ho tentato di tenere a bada quella parte.

Per fortuna casuale o per ventura celeste ci vengono in soccorso i sogni. E quanto mi ha visitato qualche notte dopo quel pensiero distopico è stato una zattera nel mare senza riferimenti che siamo diventati.

Tutto era blu, il colore della calma, del mare, del cielo. Dei luoghi senza confini. Appunto.

È talmente palese l’autocura dell’inconscio, che ogni tentativo di spiegazione psicoanalitica è superfluo.

Quindi pastelli blu per tutti, a colorare di infinito quei passi che prima o poi riprenderemo a fare.

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Gli evocativi versi di Ivano Fossati possono diventare, in questi giorni scuri, un suggestivo mantra, con cui cullare i nostri turbati pensieri. Di modo che “I treni a vapore” siano in grado di riportarci, ancora, “di stazione in stazione”…

“Io la sera mi addormento
E qualche volta sogno
Perché voglio sognare
E nel sogno stringo i pugni
Tengo fermo il respiro
E sto ad ascoltare
Qualche volta sono gli alberi d’Africa a chiamare
Altre volte sono vele spiegate a navigare
Sono uomini e donne, piroscafi e bandiere
Viaggiatori viaggianti da salvare
Tra le citta’ importanti io mi ricordo Milano
Livida e sprofondata per sua stessa mano
E se l’amore che avevo non sa piu’ il mio nome
E se l’amore che avevo non sa piu’ il mio nome
Come i treni a vapore
Come i treni a vapore
Di stazione in stazione
E di porta in porta
E di pioggia in pioggia
E di dolore in dolore
Il dolore passera’
Io la sera mi addormento
E qualche volta sogno
Perché so sognare
E mi sogno i tamburi
Della banda che passa
O che dovra’ passare
Mi sogno la pioggia fredda dritta sulle mani
I ragazzi della scuola che partono gia’ domani
E mi sogno i sognatori che aspettano la primavera
O qualche altra primavera da aspettare ancora
Tra un bicchiere di miele e un caffe’ come si deve
Questo inverno passera’
E se il mio amore di ieri non sa piu’ il mio nome
E se il mio amore di ieri non sa piu’ il mio nome
Come i treni a vapore
Come i treni a vapore
Di stazione in stazione
E di porta in porta
E di pioggia in pioggia
E di dolore in dolore
Il dolore passerà”

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Oggi, 02.02.2020, è data palindroma per tutti. Anche per i Paesi anglosassoni che pospongono il giorno al mese.

Si può leggere di qua come di là. Destra sinistra, avanti indietro, la parte per il tutto.

E forse per ventiquattro ore possiamo pensare di sbobinare sogni e desideri.

Ricominciando. Di qua come di là.

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Sono notti di ricerca.

Tutti pronti a stanare, nel blu oceanico che sfavilla sopra di noi, un punto luminoso in libera caduta.

Senza farsi alcun male lui. Ma promessa lattiginosa di qualche sparuto bene per quelli col naso all’insù.

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visioni

“Visioni” è la parola di quest’anno per il Salone del Libro di Torino. Quelle che ci stanno mancando. Prigionieri di pessimistica miopia.

Visioni sul domani, su mondi altri e possibili, su orizzonti futuribili.

Quel modo di vedere che i libri ci regalano da sempre. Raccontandoci di uomini che lottano contro bianche balene, che viaggiano attraverso città invisibili, che nascono burattini, che sognano, che amano. Insomma quelle storie di principi piccoli che ci fanno sentire grandi. Diventandolo persino un po’.

Visioni. Benvenute, bentornate. Restate.

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Che incredibile lezione quella della vittoria calcistica della squadra inglese di Leicester.

Una lezione sui sogni, sulla fatica, sulla perseveranza, sul gioco di gruppo.

E su chi conduce. Che spesso deve dimenticare il sé, “portando il lume dietro“. Senza giovarsene. Affinché chi viene allenato ci creda e proceda.

Che lezione incredibile per la politica.

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estate in bottiglia

Oggi, che ci adattiamo a formati ridotti, mignon, condensati su tutto, conviene organizzarci anche per l’estate.

In bottiglia un suo estratto. Per cancellare nuvole e fatica. Facendo galleggiare schegge di sogni.

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torino-film-festival-manifesti-cinematografici-asta1

Che Torino sia la città italiana del cinema è assodato, nonostante i tentativi romani di fare sgambetto. Dagli albori di primo Novecento alla ricca e suggestiva raccolta del Museo del Cinema, fino al “Torino Film Festival” ormai giunto alla trentunesima edizione.

Quest’anno, a margine del Festival, si tiene una tra le più importanti aste a livello mondiale dell’ultimo decennio: saranno infatti battuti i manifesti cinematografici e pubblicitari dagli anni ’30 ad oggi, in tutto un milione di pezzi, provenienti da una collezione privata.

Rivedere quei manifesti è una sorta di fantasmagorica passeggiata nella celluloide. Per ricordarci, come scriveva Shakespeare, che anche noi “siamo della stessa sostanza dei sogni“. E forse per questo ne abbiamo bisogno.

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notizie

Il mondo corre sempre più veloce. Ormai tutto è  in rete. Ma non si prendono pesci e non ci sono gol.

E’ un momento generale di vacanza. No, non quella allegra di un tempo. Questa è vuoto, di ideali, sogni, orizzonti. Restano i tramonti.

Il mio cammino? Procede. Con qualche passo incerto. E pause per osservare. Ma per me camminare, lo sai, è pensare-amare-viaggiare-nuotare.

Il mare, quello sì, resta stabile e affettuoso. Come te, quando mi invitavi a corrergli incontro…

a papà Sergio

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