Forse da oggi cambia il significato dell’espressione “servizi sociali”.
Già, perché con la probabile assunzione agli stessi dell’ex Cavaliere più famoso d’Italia, qualcosa muta.
Intanto nell’immaginario collettivo. Fratturando ancora di più chi sta con “lui” e chi con “lui” nulla sente di spartire.
Così avremo una parte di opinione pubblica che vedrà i “servizi sociali” come possibilità per assurgere alla beatificazione in terra, e l’altra parte che li vedrà come l’anticamera di un’eterna punizione infernale.
Ed entrambe le posizioni cadranno nell’errore. Essendo sbagliato l’assunto di base. Ovvero che quell’ex Cavaliere non possa e debba essere considerato infine come un cittadino. Uguale a tutti noi nel rispetto delle regole e nell’espiazione delle colpe.