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Posts Tagged ‘scelta’

Mi piace continuare a pensarla così, Silvia Romano. Felice, quasi radiosa, con i “suoi” bambini, vestita dei colori dell’Africa, tramonto e terra bruciata.

Mi piace continuare a pensarla così, Silvia Romano. Con quei lunghi diciotto mesi di prigionia da mettere tra parentesi, al fine di tornare lentamente alla coscienza della propria ritrovata libertà. Che è il terreno indispensabile per compiere delle scelte, anche le più radicali, come una “conversione”, nel suo etimo “volgersi”, “cambiare strada”. Decisione che è possibile porre in atto solo se altre strade sono praticabili, se si possono appunto scegliere.

Mi piace continuare a pensarla così, Silvia Romano. Coi suoi sogni pronti a realizzarsi ancora. Con le sue scelte, da lei liberamente agite, da spiegare proprio a nessuno. E felice, quasi radiosa. Ancora.

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rifugiati papa 6

Papa Francesco, al ritorno dal suo viaggio/conforto all’isola di Lesbo, ha condotto con sé alcuni migranti. Come li ha scelti? Già, in quale modo è avvenuta la sua “scelta”?

Perché, purtroppo, è dell’umano, anche se Altissimo, essere costretto a scegliere. Quale criterio adottare? Ulteriore snodo che si scioglie, anche per il Papa, solo col sorteggio. Metodo democratico, certo, ma riconducile pur sempre al gioco, alla sorte. Quindi la “scelta” papale è avvenuta attraverso il caso.

E se invece fosse Dio a giocare a dadi, in posta i Suoi umani?

Che però si domandano, ci domandiamo, “Perché?“.

Ps: nel frattempo, purtroppo e ancora, un altro naufragio di più di 400 migranti in questo “mare nostrum” ormai straziato.

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E’ una storia di tempo. Che è fondamentale in tutto, ma destinico in amore.

Per me, che da tempo mi occupo di tempo, è stata una potente breccia in una miriade di dimensioni parallele. Quelle in cui i nostri io pongono in essere le scelte che noi non facciamo.

Q è Quentina, la giovane di cui si innamora il protagonista, uno scrittore. Insieme e da subito condividono ideali, sogni, progetti. Sanno di essersi trovati, il matrimonio è dietro l’angolo. Senonché una telefonata dell’io futuro dello scrittore allo scrittore stesso gli vieta di prendere quella decisione. Con motivazioni inappellabili.

Da quel momento ogni scelta /non scelta sembra portare il protagonista sempre più lontano da Q, con io futuri che gli impongono altre scelte / non scelte per vivere al meglio la sua vita. Che è stata la loro. Ma che sta diventando la sua. In un progetto continuo e caleidoscopico che va facendosi nel suo farsi. Con le tessere di una vita che sembrano, come in un puzzle, andare comunque nel posto a loro destinato.

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Estratto di conversazione, Consiglio di Classe (quarta liceo scientifico), anno 2012.

– Professore di Lettere (con tono dispiaciuto): “E’ un peccato che questi studenti non abbiano mai letto “Pinocchio”, anche perché diversi personaggi metaforici hanno lì la loro ‘culla’ “.

– Genitore di studente (con tono stizzito): “Non so perché vuole che leggano “Pinocchio”, che è anche un libro spesso [sob!]. Non era meglio che leggessero già in preparazione alla classe quinta del prossimo anno “Il piacere” di D’Annunzio o Pavese?“.

– Professore di fisica (con tono divertito e orgoglioso): “Ah, nemmeno io ho letto “Pinocchio”! [sob!]”.

Le considerazioni in merito sarebbero numerose, ma io mi limito a tre.

1) Sarebbe sempre auspicabile il rispetto del lavoro altrui, specie se tale lavoro non è quello abitualmente svolto, perché le coordinate sottese a qualsiasi scelta lavorativa non sono mai, si spera, casuali. Per un chirurgo, per esempio, usare un ferro al posto o prima di un altro non penso sia una scelta randomizzata.

2) I “gusti” sulle letture rimangono sempre personali e l’orizzonte a loro intorno è talmente esteso e in movimento che si può pensare di coglierne solo una parte e, se si è particolarmente fortunati, il suo “raggio verde”.

3) Ogni scelta intorno ai libri, anche a scuola, resta quindi opinabile per sua stessa definizione. Ciò non toglie che i libri non siano assegnati a random ma, per quanto mi riguarda, pensati intorno ad un percorso deciso ad inizio anno scolastico in base al gruppo classe. Su tale percorso lascio poi cadere le “briciole di Pollicino”, illudendomi e sperando che alcuni “cibi” li si senta così “appetitosi” da poterli poi cercare in base ai propri tempi, gusti e sensibilità. E talvolta accade. Altro sono i “fondamentali” quali D’Annunzio o Pavese che vanno “accompagnati” e contestualizzati. Spesso leggere certi autori prima di Leopardi risulta comunque poco utile. Come non aver letto “Pinocchio” una prima volta da piccoli. E’ questione di tempi. Rispettarli fa la differenza. Come i turni di conversazione.

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