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Posts Tagged ‘rifugiati’

rifugiati papa 6

Papa Francesco, al ritorno dal suo viaggio/conforto all’isola di Lesbo, ha condotto con sé alcuni migranti. Come li ha scelti? Già, in quale modo è avvenuta la sua “scelta”?

Perché, purtroppo, è dell’umano, anche se Altissimo, essere costretto a scegliere. Quale criterio adottare? Ulteriore snodo che si scioglie, anche per il Papa, solo col sorteggio. Metodo democratico, certo, ma riconducile pur sempre al gioco, alla sorte. Quindi la “scelta” papale è avvenuta attraverso il caso.

E se invece fosse Dio a giocare a dadi, in posta i Suoi umani?

Che però si domandano, ci domandiamo, “Perché?“.

Ps: nel frattempo, purtroppo e ancora, un altro naufragio di più di 400 migranti in questo “mare nostrum” ormai straziato.

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Lesbo

Sbarchi record di migranti sull’isola di Lesbo, già isola dell’amore.

Tragedia e disperazione caratterizzano l’arrivo dei profughi in questo lembo di terra greca. Ma anche la speranza che per loro inizi un nuovo corso.

Con i versi della poetessa Saffo ad accoglierli: “Raccoglimi dolcemente scrollando la polvere dai miei vestiti“.

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Negli ultimi giorni assistiamo ad infinite discussioni architettoniche intorno alle migliori costruzioni possibili.

C’è chi dice (ancora?) che i muri vanno innalzati (ma non avevamo festeggiato la caduta di quello di Berlino?) per rendere più sicure le nostre vite (davvero?), e c’è chi sostiene (fortunatamente) che i ponti sono quelli che servono (non per nulla sono bombardati in guerra) per unire rive e salvare vite.

Ma sono gli scogli, costruzione di natura, ad avere in questi giorni il primo piano. Indegno e surreale. Coi gabbiani umani a chiedere diritto di rifugio. E gli uomini bestiali a negarlo.

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kobane

E così, nonostante i raid aerei della coalizione internazionale, i miliziani Isis, alias terroristi, sono giunti assediandola alla città siriana di popolazione curda Kobane. Nome che a noi occidentali poco racconta, a meno di non osservarne la posizione geografica. Solo così Kobane diventa molto di più, assumendo le vesti di simbolo. Perché Kobane è una città al nord della Siria, vicino al confine con la Turchia. Come a dire che il famigerato Isis, che nulla ha da spartire con l’Islam se non gli inneggi ad un Dio espropriato del tutto della propria sacralità, sta per mettere un piede in Turchia, che è membro Nato oltre ad essere una delle porte d’Europa.

E forse, in incredibile ritardo, è ora che il Vecchio Continente si posizioni a riguardo di quanto accade. Possibile che la neo Lady Pesc (Politica estera e sicurezza comune) Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione in campo sicurezza, non abbia ancora speso una parola sull’argomento, se non per ammettere tale minaccia? Quali saranno le strategie militari? E quelle umanitarie? Quali i piani europei per affrontare una parte di mondo necessitato a spostarsi per non essere massacrato? O vogliamo ancora liquidare quanto sta accadendo, in termini di spostamento di popolazioni, con la semplice etichetta “Immigrati”? Perché qui, difficile che non sia ancora chiaro, si tratta di “Rifugiati”, a cui spetta, per umanità e Convenzione di Ginevra, l’asilo politico.

Ecco perché Kobane, città simbolo, sta diventando affare di tutti noi europei.

 

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