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Posts Tagged ‘Resistenza’

Buona Festa della Liberazione dal nazifascismo.

Ricordarlo fa bene, perché rende omaggio a chi per noi è caduto, perché fissa la Costituzione Italiana come carta antifascista, perché la Libertà è successiva alla Liberazione.

E perché, come scriveva Sandro Pertini che per la Liberazione dal nazifascismo combattè, “il fascismo non è un’opinione: è un crimine.”

Bella Ciao.

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Se non fosse che oggi è il “Primo Aprile” e quindi ogni scherzo vale, ci sarebbe da chiedersi se i fondamentali della nostra Repubblica Italiana siano ancora validi. Quando la seconda carica dello Stato esterna i suoi pensieri come fosse tra quattro amici al bar, dimenticandosi  (o fregandosene, come direbbe lui) di essere il Presidente del Senato, non ci resta che piangere.

Ribadendo però che alcuni eventi storici, checché se ne voglia dire o revisionare, restano oggettivi, per cui il 23 marzo 1944 nell’attentato partigiano di Via Rasella rimasero uccisi 33 soldati tedeschi del reggimento di polizia Bozen facenti parte dell’apparato repressivo dei nazisti a Roma e non, come detto dal secondo pulpito di Stato, “una banda musicale di semi-pensionati”. Tanto che il giorno dopo per rappresaglia ci fu l’uccisione di 335 civili e militari italiani, l’eccidio delle Fosse Ardeatine. Punto.

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Tavola tratta da “Persepolis” di Marianne Satrapi

Ormai le “scuse” per decretare la condanna a morte dei giovani iraniani, persino minorenni, sono le più risibili.

Una ciocca di capelli fuori dal velo.

Intraprendere una guerra contro Dio.

Sognare la libertà suonando musica.

Strazianti a tal proposito le ultime volontà del giovane iraniano Majidreza Rahnavard, il secondo ragazzo giustiziato dalla Repubblica islamica per aver partecipato alle proteste anti-governative: “Non voglio che piangiate sulla mia tomba né che leggiate il Corano o preghiate; voglio che siate felici e suoniate musica allegra”. 

Una Resistenza coraggiosa, che racconta come in ogni Paese che lotta per le libertà fondamentali ci sia una generazione di giovani che sacrifica la propria vita nella speranza che la successiva possa goderne.

Onore e gratitudine a questi eroi di ogni tempo e latitudine.

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Resistenza, Libertà, Costituzione.

Tre parole cui rendere omaggio, ricordando.

Perché la Resistenza, come scriveva Beppe Fenoglio ne “Il partigiano Johnny”, è un’esperienza “assoluta“, che trascende il tempo. Quando Johnny guardò per l’ultima volta il viso del partigiano Tito, “ci vide un sigillo di eternità, come fosse un greco ucciso dai Persiani due millenni avanti“.

Perché la Libertà, nelle parole di Piero Calamandrei intimandoci a ricordare, “è come l’aria: ci si accorge quanto vale quando comincia a mancare”.

Perché la Costituzione, come sottolineava Sandro Pertini, “è un buon documento, ma spetta ancora a noi fare in modo che certi articoli non rimangano lettera morta, inchiostro sulla carta. In questo senso la Resistenza continua.”

Ecco perché il 25 aprile è data costitutiva per noi italiani. Da tenere impressa e stretta. A monito.

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Nella sua “La Ballata del 25 aprile” il poeta Alfonso Gatto scriveva:

“Uscì la primavera dall’oscura/ notte d’aprile e rivedemmo il giorno./ In Piazza Tricolore, tutti intorno/ alla vecchia bandiera, i patrioti /— popolani ragazzi visi ignoti —/ uscivano dai libri delle scuole, dalle Cinque Giornate incontro al sole/ della mattina, incontro agli operai.

Era la libertà che non fu mai/ così vera, decisa. Dal suo lutto/ che in ogni casa ricordava il vuoto/ dei morti, degli assenti nell’ignoto/ viaggio verso i lager, con tutto/ il suo pianto segreto, il duro strazio/ di non sapere, confermava l’uomo/ umano nel suo vivere lo spazio,/ della misura che l’accoglie: voce/ di sé per tutti in ogni voce, duomo,/ casa, fabbrica, scuola, amore,/ foce del grande fiume verso la sorgente.

Era la libertà che non ha niente/ e dà nome alle cose, tocca i vivi,/ li scuote a dirli vivi più dei vivi./ Ci toccavamo increduli, era vera/ la terra, vero il cielo, e nella sera/ da braccia a braccia passavamo stretti/ nel ballo dietro i canti e gli organetti.

E per la libertà voglio che il mare/ non abbia fine e che l’aprile sia/ per tutti quella grande primavera/ che noi vedemmo uscendo sulla via/ con la falcata sempre più leggera,/ correndo senza peso alla parola/ dell’uomo solo che non è più sola:/ Italia, patria senza monumento,/ vita che vive, spazio, luce, vento.”

Quale lezione di Resistenza il 25 aprile…

Ieri, oggi, sempre.

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“Lo sboccio in rosso” – Photo by Ester Maero

La liberazione dell’Italia dal nazifascismo è valore fondativo della nostra Costituzione. Come tale va rispettato. In primis da tutti i rappresentanti delle istituzioni. Che non possono dimenticare né sovvertire i fatti storici.

È forse un caso che il nuovo Esame di Stato non preveda più il tema di storia?

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“Dopo venti anni di regime e dopo cinque di guerra, eravamo ridiventati uomini con un volto solo e un’anima sola. Eravamo di nuovo completamente noi stessi. Ci sentivamo di nuovo uomini civili. Da oppressi eravamo ridiventati uomini liberi. Quel giorno, o amici, abbiamo vissuto una tra le esperienze più belle che all’uomo sia dato di provare: il miracolo della libertà.”

Norberto Bobbio (filosofo italiano, nel 1942 aderí al  Partito d’Azione).

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“Il carattere che distingue la Resistenza da tutte le altre guerre é stato quello di essere più che un movimento militare, un movimento civile.”

Piero Calamandrei, politico italiano e padre Costituente.

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“Viva la Repubblica, viva l’Unione Europea, viva l’Italia”.

Nelle parole conclusive del suo primo discorso da Presidente della Repubblica si rendevano evidenti i valori di riferimento di Carlo Azeglio Ciampi. Dall’adesione alla Resistenza alla fedeltà alla Costituzione, guidando l’ingresso del nostro Paese nella moneta unica europea.

Un uomo delle istituzioni, con un alto senso dello Stato. Ma anche un Capo di Stato molto popolare, il Presidente dell’orgoglio italiano. Che ha ridato importanza al valore della patria, nei simboli e nei contenuti.

Ha spronato il popolo italiano a ricordare il valore delle proprie radici, con lo sguardo però rivolto al futuro. Infatti spesso, rivolgendosi ai giovani, li esortava dicendo loro: “Ora tocca a voi”.

Che il suo vivere come un dovere, “una missione” diceva lui, gli incarichi conferiti possa essere d’esempio in un tempo tanto scarso. Per etica e impegno.

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L’espressione “Liberi tutti” mi piace alquanto. Soprattutto per il 70° Anniversario della Liberazione.

Forse perché la formula magica rimanda ad un mondo giocoso, in cui la Libertà è tutto. Per tutti.

Grazie a quei ragazzi che nel 1945 ci hanno regalato un’Italia libera.

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