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Posts Tagged ‘Regno Unito’

God save the King.

Incoronazione avvenuta, il 6 maggio 2023, per Re Carlo III. Insieme alla sua Camilla, oggi Regina.

Pensando a come era cominciata, sembrava impensabile tale conclusione. E invece è accaduto. Quell’amore giovanile ha resistito a ragioni coniugali e di Palazzo, convincendo della sua forza anche la regina Elisabetta II.

La cerimonia ha comunque decretato il nuovo Re. Con qualche ombra (economica e filiale) e una luce che ancora oggi, seppur più fievole, riflette su quell’istituzione antica ma tuttora affascinante che è la monarchia britannica. Una ditta, the firm come la chiamava il principe Filippo. Unitamente ad attivi e passivi con cui fare i conti. O meglio, i reali.

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Che tenerezza Lilibet… Insieme ai suoi sogni. Che erano semplici. Campagna, famiglia, cani.

Poi il destino decise altro per lei. Non più Lilibet, ma Queen Elizabeth II.

E allora quei sogni semplici si fecero piccoli perché la Nazione, la Corona, il Dovere diventarono la nuova realtà. Spesso scomoda. Da non rivelare. Mai. Never complain, never explain.

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È stata tanta la Regina Elisabetta II.

Per longevità, evidente.

Per dedizione alla Corona, in modo indubitabile.

Per spirito del dovere, sempre.

Ma anche per saper attraversare la Storia calandosi nel proprio Tempo. Diventando così anche un’icona, a tratti pop.

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Prometto di servire la Costituzione della nostra nazione finché sarò in vita nel Regno Unito e dovunque voi viviate. Sarò al vostro servizio con lealtà rispetto e amore“.

Carlo III, re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e degli altri reami del Commonwealth – 10 settembre 2022

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Oggi, 8 settembre 2022, si chiude il percorso terreno della Regina Elisabetta II, diventando Storia.

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Brexit ultima ora, nessun accordo.

Ratifica negata, da parte del Parlamento inglese, a Brexit, o meglio all’avvio degli accordi con l’Unione europea per l’uscita del Regno Unito dal vecchio continente. Con il governo May ad incassare una clamorosa sconfitta.

E così, dopo tre anni dal referendum Brexit, l’esito popolare viene capovolto dal voto parlamentare. Con un caos economico-politico, nonché umano, più che probabile.

Ora gli scenari non sono molti. Non c’è una maggioranza chiara per un secondo referendum e non c’è più tempo per nuovi accordi con l’Europa. Comunque, in entrambi i casi, anche se possibili, l’etica starebbe alla finestra.

Ecco perché al disordine si stanno preparando tutti.

Anzi, ci stiamo preparando tutti.

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La notizia sembra frivola, ma non lo è.

Il colosso americano Coca-Cola ha acquisito la catena britannica Costa Coffee. Un’operazione finanziaria che nasce in virtù di un sorpasso. Il successo del cappuccino infatti è ormai mondiale, e il suo consumo va ben oltre la colazione.

Persino nel Regno Unito, il luogo per eccellenza di a cup of the at five o’clock, le previsioni economiche stimano che presto il consumo di caffè supererà quello della tradizionale bevanda inglese.

Con buona pace di The Queen. 

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Cosa ti è successo, cara Inghilterra?

Eri la Terra della Democrazia per antonomasia. Apertura e accoglienza. Incontro e possibilità.

Si approdava sulle tue coste, non così perfida Albione, per imparare la lingua lavando qualche piatto e servendo ai tavoli.

E ora tu, tanto democratica, chiudi le frontiere agli europei, facendo i distinguo su quali lavoratori saranno da te bene accolti. Ovviamente solo quelli altamente specializzati.

Congratulations! Io non ti riconosco. Per questo mi piaci molto meno. Un autentico peccato.

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La giornata è storica. La Gran Bretagna ha scelto: fuori dall’Unione Europea. Un autentico terremoto per il vecchio continente, con onde di propagazione in ogni dove.

I sondaggi dicevano di un Paese diviso, ma lievemente sbilanciato pro Remain. Anche le Borse avevano scommesso sullo status quo della situazione.

Poi i dati reali, con un’affluenza del 72,2%, segno che i cittadini hanno sentito la chiamata quale momento storico per esprimersi. E infine, alle prime luci dell’alba, lo spoglio delle schede mette a fuoco la scelta britannica facendoci svegliare col dato nudo e crudo: Brexit ha vinto. L’impensabile è accaduto.

Ora tutto sarà diverso. Non solo dal punto di vista economico, capitale umano/ spostamenti/ trattati/ scambi, ma anche da quello politico. Da oggi infatti bisognerà fare i conti con un’Europa più piccola e meno forte ma anche con un potenziale effetto domino da parte di altre nazioni europee, in primis Olanda e Danimarca.

Quell’Europa nata sulle macerie della seconda guerra mondiale e attraverso il sogno di un gruppo di illuminati visionari appare lontana e sfocata, attorniata da schiere di euroscettici che spingono per disconoscerla e da istituzioni svuotate delle intenzioni originarie.

E intanto il bilancio delle prime ore post Brexit vede le Borse in caduta libera e le dimissioni del Primo ministro britannico David Cameron, colui che per fortificarsi ha compiuto tale azzardo. Un monito per altri leader.

L’instabilità regna quindi sovrana. Col fantasma di Donald Trump più vicino alla Casa Bianca. Ma è un mondo liquido e velocissimo. Quindi quasi completamente imprevedibile.

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"Queen Elisabeth's portraits" by Andy Warhol (1985)

“Queen Elisabeth’s portraits” by Andy Warhol (1985)

Il 21 aprile 1926 nasceva colei che sarebbe diventata la più longeva sovrana del Regno Unito, la Regina Elisabetta II.

Le celebrazioni, sobrie come nel suo stile, si faranno più evidenti in giugno con “Trooping the colour”, la storica parata militare a cavallo, e un grande picnic collettivo per le strade di Londra.

Per intanto Sua Maestà accenderà a Windsor la prima delle mille torce che illumineranno per l’occasione tutto il Regno Unito.

God save the Queen.

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