È trascorso un anno, un lunghissimo anno, dall’arresto di Patrick Zaki in Egitto, e in tutto il mondo si moltiplicano le manifestazioni affinché Zaki, attivista per i diritti umani, sia scarcerato.
Oggi in diversi comuni italiani saranno affissi dieci manifesti vincitori di “Free Patrick Zaki, prisoner of conscience”, edizione speciale del concorso internazionale di comunicazione sociale “Poster For Tomorrow”.
Riccardo Nouri portavoce di Amnesty International Italia, che ha seguito fin dall’inizio il caso, ci ricorda che la legge egiziana permette di prolungare la detenzione preventiva sino a due anni. E osserva: “La meglio gioventù che va all’estero viene considerata una minaccia dal regime egiziano“.
Amr Abdelwahab, ingegnere informatico amico di Zaki dai tempi dell’università, perseguitato come lui, nel 2015 è dovuto fuggire dall’Egitto. Continua da Berlino la sua battaglia per liberare Patrick, facendo questo appello: “Chiedo alle persone libere del mondo di combattere la propria battaglia per garantire che i loro governi non sostengano le dittature: ovunque, non solo in Egitto. Prego le persone di ricordare che i prigionieri politici in Egitto non sono solo numeri e statistiche, ma persone con una famiglia e una vita. La peggiore paura di un prigioniero politico, in ogni momento, è quella di essere dimenticato. Patrick è in prigione per un motivo e questo motivo è che lui sostiene e combatte sempre per le cose giuste. Le dittature devono capire che arrestare persone come Patrick, semplicemente, rende sempre più grande il loro messaggio”.
Libertà per Patrick Zaki.