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Posts Tagged ‘Premio Nobel’

La ricerca attiva di cibo per combattere la fame nel mondo è stata riconosciuta con il Nobel per la Pace 2020.

Il “Programma Alimentare Mondiale” (World Food Programme) è stato infatti insignito del prestigioso Premio, soprattutto per la capacità di intensificare i propri sforzi in concomitanza alla pandemia da SarsCov2.

Come ha dichiarato la stessa organizzazione,fino al giorno in cui avremo un vaccino medico, il cibo è il miglior vaccino contro il caos“.

Cibo, quale bene primario per tutti. Ma davvero per tutti.

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Noi lasciamo una macchia, lasciamo una traccia, lasciamo la nostra impronta. Impurità, crudeltà, abuso, errore, escremento, seme: non c’è altro mezzo per essere qui.” – Da “La macchia umana” di Philip Roth

Scandaloso in “Lamento di Portnoy”, Premio Pulitzer con “Pastorale americana”, a lungo vicino al Nobel, Philip Roth è stato scrittore di razza. Raccontando, in modo superbo e impietoso, il mondo americano. Attraverso ansie, desideri e ossessioni dell’animale Uomo.

Ecco perché il “seme” che ci lascia è molto più che una “macchia umana”.

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Vent’anni fa vinceva il Premio Nobel per la letteratura la poetessa polacca Wislawa Szymborska, divenuta popolare per un suo verso: “Ascolta come mi batte forte il tuo cuore”.

Continuo a sentire forte il battito empatico di quel verso quando ritrovo schegge di me in quel tempo senzatempo in cui mia mamma, pur lasciandomi, mi lasciava il suo cuore.

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Che spiazzante coincidenza quella che vede andarsene, nel giorno di assegnazione del Nobel per la letteratura, peraltro vinto da un altro poeta fuori dal canone come Bob Dylan, il giullare Premio Nobel Dario Fo.

Difficile credere che la sua parabola umana si sia conclusa. È quanto accade ai Grandi, quelli che pensi siano imbevuti di Eterno. E in realtà è proprio così. Dario Fo, grazie alla sua Arte, sta con noi. Incantandoci ancora.

Con il suo geniale grammelot, i suoi sberleffi pantagruelici, la sua satira fustigante, il suo “Mistero buffo”, la sua lucida capacità di denudare, con la risata, il Potere. Da giullare del popolo. Giullare da Nobel.

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gordimer

Nadine Gordimer, Premio Nobel per la Letteratura, se ne è andata proprio in Luglio, come il titolo di uno dei suoi romanzi più intensi, in cui, invertendosi i rapporti di forza, una famiglia di bianchi dipenderà in tutto dal loro servitore nero Luglio.

Così era la Gordimer. Sublime nel costringerci, schiena al muro di carta e della vita, a ripensare ai rapporti. Prendendo nuovamente le misure del mondo. E di noi stessi.

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L’anima la si ha ogni tanto, nessuno la ha di continuo, per sempre.
Giorno dopo giorno, anno dopo anno, possono passare senza di lei.
A volte nidifica un pò più a lungo, sole in estasi e paura dell’infanzia,
a volte solo nello stupore dell’essere vecchi.
Di rado ci da’ una mano in occupazioni faticose,
come spostare mobili, portare valige
o percorrere le strade con scarpe strette,
quando si compilano moduli, si trita la carne,
di regola ha il suo giorno libero.
Su mille nostre conversazioni partecipa ad una,
ed anche a questo non necessariamente,
poiché preferisce il silenzio,
quando il corpo comincia a dolerci e dolerci,
smonta di turno, alla chetichella,
è schifiltosa,
non le piace vederci nella folla,
il nostro lottare per un vantaggio qualunque
e lo strepito degli affari, la disgusta,
gioia e tristezza non sono per lei due sentimenti diversi,
è  presente accanto a noi solo quando essi sono uniti.
Possiamo contare su di lei
quando non siamo sicuri di niente e curiosi di tutto,
tra gli oggetti materiali le piacciono gli orologi a pendolo e gli specchi,
che lavorano con zelo anche quando nessuno guarda.
Non dice da dove viene e quando sparirà di nuovo,
ma aspetta chiaramente simili domande.
Si direbbe che così come lei a noi,
anche noi siamo necessari a lei, per qualcosa.

Se n’è andata in questo inizio di febbraio freddo e nevoso la poetessa polacca Wislawa Szymborska, Premio Nobel della Letteratura 1996. L’ambito riconoscimento era stato motivato: “per aver creato della poesia che tramite ironica precisione permette di mettere in luce il contesto storico e biologico in frammenti di realtà umana.” Arguta ed elegante nei suoi versi, è sempre stata l’ironia la caratteristica evidente della sua produzione, con una notevole capacità di alleggerire nel racconto le situazioni più dolorose, insieme ad un’acuta introspezione intellettuale ed un’osservazione puntuale della realtà.

Nel discorso di accettazione del premio Nobel dichiarava della difficoltà di definirsi poeta in questo tempo: “Il poeta odierno è scettico e diffidente anche – e forse soprattutto – nei confronti di se stesso. Malvolentieri dichiara in pubblico di essere poeta – quasi se ne vergognasse un po’. Ma nella nostra società chiassosa è molto più facile ammettere i propri difetti, se si presentano bene, ed è molto più difficile ammettere le proprie qualità, perché sono più nascoste, e noi stessi non ne siamo convinti fino in fondo.”

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Pace & Libertà

Ellen Johnson Sirleaf, Leymah Roberta Gbowee, Tawakkul Karman sono le tre donne che hanno vinto il Premio Nobel per la Pace 2011.

Tutte e tre hanno dedicato anni alla lotta non violenta per la pace, la giustizia e i diritti umani. E la libertà nei loro Paesi.

Come affermava Malcom X, “Non si può separare la pace dalla libertà perché nessuno può essere in pace senza avere la libertà.” 

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