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Posts Tagged ‘Premio Campiello’

La collina del vento di Carmine Abate, Nel tempo di mezzo di Marcello Fois, Più alto del mare di Francesca Melandri,  Il senso dell’elefante di Marco Missiroli, e Tutti i colori del mondo di Giovanni Montanaro rappresentano la cinquina finalista del Campiello, prestigioso premio letterario nato 50 anni fa per volere degli industriali del Veneto al fine di incentivare e diffondere il piacere per la lettura.

La traccia caratterizzante i cinque romanzi finalisti di quest’anno sembra essere il racconto di esistenze che devono trovare il loro senso: attraverso ricordi condivisi su una collina ionica battuta dal vento, passando in un tempo di mezzo per approdare in un futuro nuovo, scoprendo inaspettate verità in un carcere più alto del mare, proteggendo a costo di tutto i legami affettivi come fa l’elefante, riconoscendo il destino ancora incompiuto di un grande pittore e dei suoi colori.

Carmine Abate con il suo racconto sulle “radici” si è aggiudicato il SuperCampiello. Buona lettura a tutti!

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I libri finalisti al Premio Campiello 2011

Il “Premio Campiello”, nato nel 1962 per volere degli Industriali del Veneto, chiude la stagione letteraria dei premi.

La vera da pozzo, la riproduzione del pozzo veneziano presente ancora in molti campielli, è stata assegnata ieri sera, nella cornice del Teatro La Fenice, allo scrittore Andrea Molesini con il romanzo “Non tutti i bastardi sono di Vienna”, edizioni Sellerio.

Assegnato invece ad Andrea Camilleri, lo scrittore italiano più tradotto all’estero, il “Premio Fondazione Il Campiello”, per aver saputo, come ha detto il Presidente della Fondazione, Andrea Tomat, “reinventare il genere giallo con raffinata ironia di linguaggio, creando personaggi vividi e indimenticabili. Fino ad oggi i suoi romanzi hanno venduto più di 10 milioni di copie e sono stati tradotti in 35 lingue. Camilleri è oggi un riferimento e un’icona della cultura italiana nel mondo”. Sempre ironico e dalla battuta immediata, il creatore del mitico commissario Montalbano di Vigàta ha così risposto alla domanda sulle voci che lo danno in corsa per il Nobel: “Non me lo merito, quindi ci sono buone probabilità!”. Quasi la citazione del suo ultimo romanzo, “Il gioco degli specchi”.

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