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Posts Tagged ‘Pop Art’

“Dante e la pausa caffè (in attesa di Spider-Man)” – Photo by Ester Maero – Pietrasanta, agosto 2021

La cittadina versiliana di Pietrasanta ha ospitato per tutta l’estate (e ancora per una settimana) personaggi famosi in vesti davvero inaspettate.

La piazza principale ha infatti visto Dante (il mio preferito) intento a scrivere al portatile seduto in un dehor, Papa Francesco divertirsi con lo skate sul sagrato di Sant’Agostino, Spider-Man passeggiare con suo figlio in passeggino e Wonder Woman, Charlie Chaplin nascondersi col Monello dietro la Venere di Milo. Insieme a molti altri. In evidente stile Pop Art.

Opere monumentali, sorprendenti e creative come la mano di Giuseppe Veneziano, l’artista che ha concepito questa mostra spettacolare, “The Blue Banana”, allestita nel centro storico della “Piccola Atene”. Un percorso giocoso che coinvolge, spiazza e rivela, con rimandi classici e commistioni pop.

Nel segno di Andy Warhol. E del suo pensiero: “La più eccitante attrazione è esercitata da due opposti che non si incontreranno mai”. 

Ps: cercare nelle foto tutti i personaggi è un gioco nel gioco…

“Venere nasconde Chaplin col Monello, mentre Papa Francesco (sul fondo) fa skate” – Photo by Ester Maero – Pietrasanta, agosto 2021

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“La pop art é un modo di amare le cose.” – Andy Warhol

La scelta di Warhol di raccontare anche gli oggetti del quotidiano, rendendoli icone, ha cambiato per sempre il modo di guardare le cose.

E anche di amarle, come sottolineava lui. Andy Warhol, genio creativo e visionario.

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roy

Quando pensiamo a Roy Lichtenstein si affacciano immediatamente alle finestre della nostra mente i suoi quadri-fumetto, resi famosi dalla tecnica a “punti Ben Day”. Ma il suo lavoro come veniva elaborato? E il suo percorso artistico come si è evoluto nel tempo?

Alcune risposte sono possibili attraverso la visione dei suoi disegni esposti alla GAM di Torino, mostra che testimonia in modo esauriente la genesi dei capolavori di uno dei maestri della Pop Art. Sottolineandone così il lucido rigore intellettuale e la straordinaria capacità creativa.

E’ la stessa moglie dell’artista, Dorothy Lichtenstein, a ricordare l’importanza che aveva il disegno per Roy: Il disegno è stato primario in tutto il suo lavoro. Per ogni opera, dipinto, stampa, poster o scultura che fosse, Roy partiva sempre da un disegno. […] Con le sue immagini Roy ha riempito taccuini, quaderni di carta fiorentina finemente rilegati, blocchi per appunti e pezzi di carta, modificandole continuamente finché non ne era soddisfatto. Solo allora poteva passare al dipinto o alla scultura. Quei piccoli disegni erano la base del suo lavoro, il punto di partenza del processo, tanto che spesso li riportava sulla tela. Credo che quelle prime “concettualizzazioni” incarnino l’integrità dell’arte di Roy.

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Ultimo giorno per una delle mostre celebrative i 25 anni dalla scomparsa di Andy Warhol, esponente di punta del movimento americano della Pop Art.

Questa mostra, “Andy Warhol. Dall’apparenza alla trascendenza”, è stata allestita al Centro Saint-Bénin di Aosta con un’ottantina di opere che ricostruiscono il percorso creativo dell’artista, dai personaggi-icona, quali Marilyn Monroe, Liza Minnelli, Mao Tse-Tung, Mick Jagger, agli oggetti seriali che lo hanno reso famoso, dagli Space Fruits alle Campbell’s Soup, dai Carton Box alle bottigliette di Coca-Cola, permettendoci un viaggio nella sua dirompente inventiva nonché una riflessione sulla comunicazione di massa.

Guardando le opere di Andy Warhol si sentono le parole che lo stesso artista aveva scritto su di sé: “Lo sguardo senza interesse, la grazia disfatta, il languore annoiato, il pallore sprecato… La maschera di gesso da folletto, lo sguardo un po’ slavo… L’ingenuità bambina, al chewing-gum, il fascino della disperazione, la trascuratezza narcisa, la perfetta diversità, l’inafferrabilità, l’ombrosa, voyeuristica aura vagamente sinistra… La pallida pelle d’albino. Incartapecorita. Rettile. Quasi blu… La mappa delle cicatrici, le labbra che tendono al grigio, gli arruffati capelli bianco-argenteo, soffici e metallici. Mi guardo allo specchio e dico: c’è tutto”.

Autoironia, timidezza, cinismo, vanità. Apparenza e trascendenza. E anche quella maschera di cui l’artista diceva: “A volte è così bello tornare a casa e togliersi il costume da Andy”.



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