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Posts Tagged ‘pittura’

Primo lungometraggio interamente dipinto. Nello stile di Van Gogh. Per raccontare la sua pittura, sublime, e il mistero, insondabile, della sua mente.

Il colore giallo Van Gogh sembra uscire, con la sua solarità, dallo schermo per catturare lo spettatore, fino a inghiottirlo in quei dipinti ormai famosi. Insieme al blu del cielo stellato. Col mondo, piccolo, che neppure intravede il suo genio, grande. E il fratello Theo che invece vede la potenza della sua arte e la profondità della sua sofferenza. Ma l’amore fraterno non è sponda sufficiente a contenerlo.

Diceva di sé, “sono afflitto ma sempre lieto“. E i suoi girasoli, nella loro effimera luce, sembrano testimoniarlo. In questa pellicola, in modo magistrale.

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Raffaello Sanzio, “Autoritratto” – 1504/1506

Cinquecento anni fa, il 6 aprile 1520, giorno di Venerdì Santo, si spegneva a soli 37 anni il genio di Raffaello Sanzio.

Una celebrazione al “buio”, in tempi di Coronavirus che non permette fari sulla pittura dell’Urbinate. Così la mostra alle Scuderie del Quirinale, a lungo preparata e pubblicizzata, si è trasformata in un tour virtuale.

Amplificando la leggenda intorno a quella vita breve ma di produzione altissima. Con la Bellezza per musa, come sapeva Madre Natura stessa.

Così ricorda infatti l’epigrafe della sua tomba al Pantheon: “Qui è quel Raffaello da cui, fin che visse, Madre Natura temette di essere superata da lui e quando morì temette di morire con lui.”

Raffaello Sanzio, “Madonna del cardellino” – 1506

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Cento anni fa, a soli trentacinque anni, si spegneva Amedeo Modigliani.

Artista geniale, considerato negli ambienti artistici parigini “maudit”, da cui il soprannome Modì. Per la sua Livorno semplicemente Dedo. Per tutti è il pittore dei ritratti dai colli lunghi e dalle espressioni malinconiche.

Ci ha regalato tanto. Forse senza saperlo, ma intuendolo. Scrisse infatti in una dedica sul ritratto della modella Lunia Czechowska, “La vita è un dono, dei pochi ai molti, di coloro che sanno e che hanno a coloro che non sanno e che non hanno.”

Amedeo Modigliani, “Fillette en bleu” (1918; olio su tela, 116 x 73 cm; Collezione Jonas Netter)

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Mostra da non perdere quella della GAM di Torino “Modigliani e la Bohème di Parigi”.

Per quell’ambiente bohémien che l’artista livornese ha profondamente respirato e vissuto, ma soprattutto per lui, per Modì. Che resta unico, nei suoi nudi e nei suoi ritratti: volti a ogiva, mandorle per occhi, colli allungati a dismisura, firma inconfondibile delle sue figure.

Ma il racconto di un’umanità fragile, malinconica e sacrale sta in quella sua ricerca continua e spasmodica di sguardi ieratici e forme primitive, essenziali e a-temporali, in cui tratteggia la condizione esistenziale di sempre, di tutti.

A conferma del suo stesso mantra: “con un occhio guardi il mondo, con l’altro guardi dentro di te.

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