Nasceva 100 anni fa, il 5 marzo 1922, Pier Paolo Pasolini. Poeta, regista, romanziere. “Corsaro” per definizione.
Scriveva PPP il 10 giugno 1973, a proposito di un tempo che si stava chiudendo, somigliante al nostro: “Non è un cambiamento d’epoca che noi viviamo, ma una tragedia. Ciò che ci sconvolge non è la difficoltà di adattarsi a un nuovo tempo, ma un immedicabile dolore simile a quello che dovevano provare le madri vedendo partire i loro figli emigranti e sapendo che non li avrebbero visti mai più. La realtà lancia su noi uno sguardo di vittoria, intollerabile: il verdetto è che ciò che si è amato ci è tolto per sempre.”
Uno sguardo chiaroveggente quello di Pasolini. E dolente. Come chi ascolta nel profondo l’anima del mondo.