Nei giorni del Salone non si può non omaggiare quello “struzzo” che tutto digerisce, uno struzzo che da stemma cinquecentesco è divenuto, grazie alla scommessa editoriale di Giulio Einaudi, simbolo di una delle più alte imprese culturali del Novecento, a cui associamo nomi della caratura di Pavese, Vittorini, Ginzburg, Calvino e molti altri.
La Città di Torino e la Regione Piemonte ricordano il centenario della nascita di Giulio Einaudi anche con una mostra en plein air, “Giulio Einaudi e il suo mondo”, allestita sotto i portici di via Po, composta da 46 banner realizzati con fotografie d’epoca relative alla figura di Giulio Einaudi e ai protagonisti del suo tempo.
L’amore di Giulio Einaudi per il libro lo si può respirare dalle sue stesse parole: “Il libro, sia esso romanzo, saggio o poesia, deve coinvolgere al massimo l’intelligenza e la sensibilità del lettore. Quando in un libro una frase, una parola, ti riporta ad altre immagini, ad altri ricordi, provocando circuiti fantastici, allora, solo allora, risplende il valore di un testo. Al pari di un quadro, di una scultura o monumento, quel testo ti arricchisce non solo nell’immediato ma ti muta nell’essenza.“
Quella sensazione di sentirsi spostati, dopo una lettura di valore, di qualche centimetro. Con l’essenza mutata.
Grazie Giulio.