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Posts Tagged ‘Partito Democratico’

Machiavellismo“: prassi etica e politica ispirata ai concetti espressi da Niccolò Machiavelli nel Principe, in base a cui un governante pur di raggiungere il fine che si è proposto può servirsi di qualsiasi espediente, indipendentemente da ogni considerazione di carattere morale.

Matteo Renzi, commentando la sua uscita dal PD per fondare una propria forza politica all’indomani del giuramento dei sottosegretari al nuovo governo: “Ho fatto una operazione di Palazzo, machiavellica“. Tranquillizzando però il premier Conte (bis) per il sostegno al Governo.

Della serie “Stai sereno” (bis).

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Risultati immagini per umberto eco e sigaro

«I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli».  Umberto Eco – giugno 2015

Ps: Un anno in sua assenza. In sottrazione del suo punto di vista. Che manca. Perché spiazzante e caustico, intelligente e ironico, provocatorio e anticipatorio.

Chissà cosa avrebbe detto, ad esempio, dell’attuale “gioco del cerino” in casa Partito Democratico.

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ladylike

Cara Alessandra Moretti,

rivendichi il diritto, per le donne che sono in politica a sinistra, di “essere belle, brave, intelligenti ed eleganti“, criticando lo stile Rosy Bindi, perché “mortificava la bellezza“. E dopo aver discettato sulle tue visite dall’estetista (ma ti resterà un po’ di tempo per frequentare l’europarlamento di cui sei deputata?), concludi la tua intervista al CorriereTv definendoti con orgoglio “Ladylike“.

L’autentica Ladylike, onorevole Moretti, è però una “signora”. Ovvero colei che mai tratterebbe pubblicamente dei temi su cui ti sei intrattenuta tu. Dimenticando forse che, in qualità di candidata alle primarie per la corsa alla presidenza della regione Veneto, agli elettori veneti interessa sapere di più intorno alla manutenzione della Regione che non alla manutenzione tua.

A sinistra rischi di seminare imbarazzo (in aggiunta al panico ormai crescente intorno ad argomenti sensibili, leggi lavoro martoriato ed evasione mai citata). Infatti il filosofo Massimo Cacciari, a cui mi associo, ha dichiarato: “Io dovrò votarla in Veneto se sarà candidata del Pd. Ho sempre votato a sinistra. Cosa volete che io voti? Zaia? Ma ciò non toglie che sono un po’ imbarazzato dalle parole della Moretti. Questo insistere sulla cura del corpo e il modo in cui si dicono queste cose sono berlusconismo puro. Dietro tutto questo c’è una cultura che non è cultura. La politica ormai è allo sbraco. In questi 20 anni sciagurati si è perso il gusto per ciò che è bello veramente, c’è stato un crollo estetico, etico-culturale e la Moretti è un sintomo non la causa”.

Concludo Alessandra, felice di posticipare (ma forse non per tanto?) mie eventuali scelte elettorali. Anche perché in taluni casi il suggerimento montanelliano di turarsi il naso non serve neppure più. Soprattutto se intorno a noi si aggira una Ladylike che, per sentirsi più “bella, brava, intelligente ed elegante”, ha chiesto all’estetista di rovesciarle addosso un intero flacone di parfum. Ladylike, of course.

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cerchio magico

Da qualche tempo si vocifera di un “cerchio magico” attorno al Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Ovvero, intorno a lui circuiterebbero i più fidati collaboratori, quelli che, per intenderci, non tramano congiure di palazzo.

A tal punto che anche il nome di Federica Mogherini a “Ministro degli Esteri” in quel di Bruxelles sembra sia scaturito più per la fedeltà al Capo che per capacità comprovata del singolo.

E qui si muove il dubbio. Fino a che punto per un Capo è meglio circondarsi di yesmen, col risultato di essere omaggiato e protetto, piuttosto che avere qualcuno che tenti forse anche l’arrampicata personale ma che dimostri competente iniziativa individuale?

Certo, bisogna rischiare. Ma è un Capo a sua volta capace colui che non si sottopone al rischio?

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europa

Dopo essere stati sottovalutati quando non derisi, noi italiani in Europa avremo un peso specifico di tutto rispetto.

La vittoria oltre una soglia storica del 40% del Partito Democratico di Matteo Renzi permette infatti di presentarsi, al tavolo europeo, come il primo partito del gruppo socialista, e quindi con più potere di trattativa sulle decisioni economiche comunitarie.

Non è un aspetto marginale su un esito che, a livello nazionale, decreta una forte richiesta riformistica responsabilizzando i passi futuri e, a livello europeo, argina e contrasta un vento nazionalista con potenziali derive xenofobe.

E così il baricentro del Vecchio Continente ha la possibilità di tornare in quel Mediterraneo che ha visto la nascita della civiltà.

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Matteo_Renzi

Eccolo. Un po’ meno veloce della sua media da Velociraptor Matteo Renzi, neo Presidente incaricato, sta per rendere pubblica la lista del suo governo, dopo averci lavorato notte e giorno con indefessa energia.

L’impressione di questa sua settimana gestativa è che il ragazzo fiorentino si stia rendendo conto della differenza tra un incarico amministrativo locale e uno governativo nazionale. Ovvero trappole, ostacoli, alleanze, compromessi tali per cui l’hashtag “Enrico, stai sereno“, sembra essere diventato un karmico boomerang di ritorno. Con serena nèmesi del movimento zen-lettiano.

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abete

Un tempo, neppure troppo lontano, quando il calendario segnava 8 dicembre, si pensava, cristianamente, alla celebrazione dell’Immacolata Concezione e, più laicamente, si procedeva con le operazioni relative all’addobbo dell’albero natalizio.

Oggi invece, 8 dicembre dell’anno di grazia 2013, molto più prosaicamente, per noi italiani che spesso voliamo basso, è giorno di primarie per eleggere il nuovo segretario del Partito Democratico, e Matteo Renzi da tempo aspetta tale data per essere infine impalmato. Chissà quale sarà il suono delle campane…

Ps: a proposito di musica, curioso che l’8 dicembre porti in sé il segno della musica. Il visionario Jim Morrison nel 1943 nasceva, aprendo le “porte della percezione”, e nel 1980 fu invece un folle a chiudere quelle porte, particolarmente percettive, al mitico John Lennon.

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governo Letta

Non ho sbagliato titolo. Il neonato Governo Letta tenta uno sguardo sul futuro e noi italiani stiamo a guardare.

Ma c’è di più. Il nucleo forte, o meglio coeso, di questo governo è quello appartenente a “veDrò”.

“veDrò” è un think net nato nel 2005 per riflettere sulle declinazioni future dell’Italia, una rete di scambio di conoscenza formata da più di 4.000 persone, professori universitari, imprenditori (tra cui Paolo Merloni,  Domenico Procacci, Gian Luca Rana, Luisa Todini), scienziati, liberi professionisti, politici, artisti (tra cui Enrico Bertolino, Massimo Ghini, Lillo, Enrico Lo Verso), giornalisti (tra cui Mario Calabresi, Giuseppe Cruciani, Curzio Maltese, Myrta Merlino, Gianluigi Paragone, David Parenzo, Antonello Piroso, Antonio Polito, Andrea Vianello), scrittori (tra cui Andrea Camilleri, Marco Malvaldi, Antonio Scurati), registi, esponenti dell’associazionismo, che si ritrovano ogni anno, a fine agosto, presso Centrale Fies -ambienti per la produzione di performing art, situata a Dro, da cui veDrò, non lontano da Riva del Garda.

Sul sito di “veDrò” si legge che “i vedroidi, oltre che dal dato generazionale, sono accomunati dalla disponibilità ad apprendere costantemente, a mettersi in discussione, ad analizzare temi e fenomeni senza barriere ideologiche o tesi precostituite, secondo una chiave interpretativa lungimirante che vada oltre la contingenza dei dibattiti in corso“.

Tra i politici aderenti a “veDrò” si notano nomi bipartisan della nuova generazione, da Paola De Micheli a Giulia Bongiorno, da Matteo Renzi a Flavio Tosi, da Debora Serracchiani a Mara Carfagna, da Michele Emiliano a Laura Ravetto, solo per citarne alcuni.

Ma la sorpresa sta nel fatto che ben un terzo di questo governo presenta nomi “veDrò”: il Presidente del Consiglio Enrico Letta, il suo vice e ministro degli Interni Angelino Alfano, il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi, e poi Maurizio Lupi (Infrastrutture e Trasporti), Nunzia De Girolamo (Politiche agricole)Andrea Orlando (Ambiente), Josefa Idem (Pari opportunità, Sport e Politiche giovanili).

Cosa significhi tutto ciò non lo so. Ma presto lo “veDrò”.

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Per la prima volta nella storia repubblicana del nostro Paese un Presidente della Repubblica succede a se stesso.

Giorgio Napolitano infatti, dopo essere stato l’11° Presidente, diventa il 12°. Peraltro con una maggioranza davvero ampia, quasi un plebiscito, 738 voti su 997 votanti dei 1007 aventi diritto, divenendo così il primo Presidente della Repubblica ad essere eletto per un secondo mandato.

Oltre i numeri, che in democrazia sono fondamentali, gli scenari prossimi sono alquanto univoci: governo di larghe intese.

Risultato dell’operazione: Partito Democratico in macerie, Grillo intransigente e ormai isolato, Berlusconi autentico caimano che sopravvive e vince su tutti gli altri. Preparando la propria prossima salita, questa volta non più futuribile, al Colle.

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Non ho più parole. Che ci sia una frantumazione non solo partitica ma anche istituzionale è lapalissiano.

Sembra che persino la più alta carica dello Stato sia ormai sfregiata.

Il malessere è palese nel Partito Democratico, ormai diviso tra la vecchia struttura e i giovani turchi e rottamatori.

La mia domanda a tal punto di rottura è: perché la sinistra non vota Stefano Rodotà?

La cessione a Grillo sarebbe solo apparente. Si farebbe in realtà un regalo all’Italia. E a tutti noi.

 

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